Con poco meno di 24 ore di ritardo la ventottesima puntata di Start Me Up è online! Una puntata che inizia dalle parti di Salerno dove settimana scorsa sono stati assegnati i premi Best Practices per l’Innovazione. A vincere per la sezione Startup Mary Franzese di Neuron Guard, azienda di Modena che opera in campo medico, mentre il premio destinato alle aziende è andato a Silvio Foschi di Helian Spa, impresa di Teramo che ha realizza sensori destinati anche all’uso agricolo. Diversamente dal solito ho deciso questa volta di concentrarmi sul premio anziché sui vincitori. Il motivo è presto detto: è davvero raro trovare una competizione di questo livello al Sud Italia che sia rivolta all’intera Nazione. Se le mie parole non vi convincono vi invito a ascoltare il presidente del Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Salerno, Giuseppe De Nicola, che questo premio lo organizza da nove anni. Vi invito inoltre a tenere d’occhio il sito perché a mano a mano l’ufficio stampa di Confindustria Salerno sta mettendo on line tutto il materiale relativo alla premiazione, ma soprattutto perché tra qualche settimana verranno rese note le modalità di ammissione per il premio del prossimo anno.
Con la seconda intervista di questa puntata di radiosmu ci spostiamo a Catania, dove troviamo il secondo progetto finalista di Think for Social che arriva dal Sud Italia (l’altro era Social Eating for Social Innovation di cui ho parlato la scorsa puntata). Come dicevamo l’altra volta l’intento del bando promosso da Fondazione Vodafone Italia è quello di sostenere iniziative che utilizzano la tecnologia come strumento di sviluppo sociale. In tutto sono stati selezionati dieci progetti che si aggiudicano un periodo di incubazione presso Polihub (partner dell’iniziativa) e un finanziamento che può raggiungere i 30.000 euro. Uno di questi arriva da Catania, si chiama vEyes e a portarlo avanti insieme all’aiuto di tanti studenti dell’Università di Catania è Massimiliano Salfi. vEyes è una piattaforma open, hardware/software, sulla quale è possibile integrare applicazioni verticali che aiutino le persone affette da disabilità visiva. Se state pensando a dei semplici occhiali l’intervista vi smentirà (così come è successo a me). Oltre a spiegare il funzionamento, Massimiliano pone l’attenzione sull’importanza della ricerca open e sulle difficoltà di reperimento dei fondi per portare avanti progetti utili alla scienza. Vi consiglio inoltre di visitare il sito web del progetto dove tra le altre cose ci sono anche dei video che simulano il funzionamento della piattaforma.
Chiude la puntata una breve chiacchierata con Benedetto Buratti che insieme ai suoi soci sta portando avanti il progetto Bloomia, un sistema pensato per i soggetti che devono assumere dei farmaci secondo una particolare prescrizione medica. Con Bloomia, l’utente non dovrà più preoccuparsi di quali pillole prendere e non dovrà temere di assumere un farmaco più volte nell’arco della giornata. Grazie a Bloomia, il medico potrà impostare la cura e l’assistito non dovrà far altro che assumere i farmaci che di volta in volta il dispenser gli fornirà. Il tutto verrà controllato in remoto sia dal medico che dai parenti in modo da garantire la massima sicurezza dell’utente. I ragazzi dopo un periodo di validazione dell’idea, lunedì scorso hanno iniziato a sviluppare il primo prodotto e prevedono di avere già un prototitpo entro la fine del 2015. Nel frattempo per saperne di più potete visitare il loro sito web o la pagina Facebook.
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