Nel cuore della Calabria, Goel gruppo Cooperativo è attivo concretamente contro le mafie e la malavita. E lo fa nel modo che a noi piace di più, proponendo lavoro, alternative reali di sviluppo partendo dalle tradizioni e le peculiarità della Calabria. Moda, turismo, agricoltura sono i tre ambiti in cui si muovono i tre prodotti che Vincenzo Linarello racconta in questo podcast: Cangiari, Locride e Goel Bio. Un percorso che oltre alle ricadute effettive che Goel ha registrato in Calabria ha permesso a Vincenzo di entrare a far parte di Ashoka, la più grande rete mondiale di innovatori sociali. Un podcast che racchiude il buono che c’è nel Sud Italia e speriamo ad alto tasso di emulazione.
Link utili
- Sito ufficiale Goel: goel.coop
- Sito Goel Bio: goel.coop/bio
- Sito Cangiari: cangiari.it/it
- Comunicato Stampa danneggiamento ostello Locride: goel.coop/locride
La citazione di Vincenzo
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Leggi la trascrizione del podcast
[FABIO] Cara ascoltatrice, caro ascoltatore, benvenuto al podcast numero 36 di Start Me Up, il format che parla di innovazione tecnologica e sociale al Sud Italia. Io sono Fabio Bruno e ti ricordo che Start Me Up è prodotto da Smartwork idee digitali per il mondo reale con la fondamentale collaborazione di keedra hosting, servizi web per il tuo business.
[FABIO] Nella settimana che Libera dedica alla memoria delle vittime della mafia a Start Me Up vogliamo omaggiare chi ha risposto a questo brutto fenomeno promuovendo la cultura di impresa. Per questo motivo sono molto contento di avere al telefono Vincenzo Linarello di Goel gruppo Cooperativo.
[FABIO] buongiorno Vincenzo e benvenuto a Start Me Up.
[VINCENZO] Grazie, Salve
[FABIO] Il Goel gruppo Cooperativo ha diversi progetti all’attivo, cerchiamo di stare, se è d’accordo, al solo ambito dei prodotti. Partiamo da Cangiari, marchio di moda eco-etica di fascia alta.
[VINCENZO] Cangiari è il primo marchio di abbigliamento, di moda eco-etica di fascia alta perché ha connotati etici a 360°. Intanto nel produttore, nel senso che dietro ci sta una cooperativa sociale che fa reinserimento lavorativo di persone svantaggiate. Ma è un brand di proprietà del Gruppo Goel, di un sistema cooperativo, quindi il proprietario del marchio alla fine è fatto dai soci che compongono questo sistema cooperativo. Poi è etico nel prodotto, nel senso che da un lato vengono utilizzati nei nostri capi di abbigliamento tessuti fatti nei telai a mano, con una operazione di recupero dell’antica tradizione della tessitura a mano calabrese. E quindi è anche un’operazione di salvataggio culturale. Dall’altro lato, i materiali che noi utilizziamo e quindi i capi di abbigliamento che produciamo, sono certificati biologici attraverso la certificazione internazionale che si chiama GOTS. È un acronimo che sta per Global Organic Textile Standard. E infine, e non ultimo, è il messaggio. Dietro ogni marchio di moda c’è un messaggio di comunicazione, un lifestyle, come si dice nel gergo. E quello che noi promuoviamo è quello di un impegno per il cambiamento, la sostenibilità ambientale, per la lotta per la giustizia sociale. E quindi una critica estrinseca al mondo della moda che sfrutta, inquina e a fronte del luccichio delle passerelle si pone in modo spregiudicato nei confronti dell’ambiente, delle persone e della produzione che spesso avviene sfruttando i lavoratori nel Sud del mondo.
[FABIO] Il nome Cangiari in calabrese significa cambiare: in realtà il marchio nasce per preservare una antica tecnica di tessitura, quella a cui accennava prima. Ce la può descrivere, anche se in radio è un po’ difficile…
[VINCENZO] Diciamo che la Calabria, così come anche la Sicilia, le terre della Magna Grecia vantano una tradizione ultra secolare nell’ambito della tessitura. I telai nascono nella Magna Grecia e fino a cinquant’anni fa quasi tutte le famiglie possedevano un telaio a mano, di legno, e producevano una parte importante dei propri tessuti. Negli ultimi decenni questa tradizione va scemando per poi scomparire. Noi abbiamo incontrato un gruppo di giovani donne calabresi che con coraggio, sforza, determinazione decidono di recuperare questa tradizione, di valorizzarla. E lo fanno apprendendo i segreti della tessitura dalle magistre ancora in vita nei nostri paesini. Le magistre erano le antiche maestre della tessitura che si tramandavano di madre in figlia, i segreti della programmazione del telaio a mano. Un’arte complicatissima perché ricordavano a memoria l’ordine matematico dei passaggi dei 1800 fili del telaio a mano nei licci del telaio. E lo ricordavano a memoria perché erano analfabete. Per tramandarselo e ricordarselo per bene, si erano inventati delle nenie, delle cantilene, nei cui versi era nascosta quest’ordine segreto che dava origine a disegni di tessuti diversi. Queste giovani donne che abbiamo incontrato vanno da queste magistre, riescono a convincerle perché per secoli nessuno aveva sentito queste nenie, queste cantilene, perché loro le custodivano gelosamente, solo per insegnarle alle figlie. Visto che le figlie non ne volevano sapere decidono di cantare queste nenie, tutto viene portato su carta, su matrici cartacee e di fatto ricreiamo su carta il più grande archivio di tessuti della tradizione grecanica/bizantina. Questo archivio è la base su cui vengono prodotti i tessuti a mano Cangiari. Queste donne restaurano e aggiustano i telai e l’idea di Cangiari nasce proprio da questo, dal voler dare sostenibilità economica a queste tessitrici, perché per fare un metro di tessuto fatto a mano, servono da tre a sei ore di lavoro.
[FABIO] Se il cuore e le radici sono in Calabria, Cangiari ha comunque un respiro internazionale…
[VINCENZO] Si, Cangiari è stato invitato a sfilare in diverse parti del mondo. Siamo stati a Dubai, negli Emirati, all’Arab Fashion Week, a Tel Aviv, siamo stati a Parigi. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che Cangiari nasce da un gruppo di cooperative sociali. Questo significa concretamente che noi non abbiamo dei capitali alle spalle. E di conseguenza tutto è cresciuto lentamente, con grande fatica, partendo dal basso. Questo ci impedisce di affrontare il mercato internazionale perché servirebbero degli investimenti in pubblicità e immagine che oggi le cooperative di Goel non riescono a permettersi. Stiamo cercando di programmare per i prossimi anni la raccolta di fondi, di investimento di impatto sociale per consentire al marchio di crescere, sopratutto di andare a livello internazionale dove siamo sicuri il marchio potrà crescere affrontando nuovi mercati.
[FABIO] State ascoltando Start Me Up, Fabio Bruno al microfono e al telefono Vincenzo Linarello del Gruppo cooperativo Goel. Cangiari non è però il solo progetto che state portando avanti: c’è anche Locride, l’ostello della gioventù in un bene confiscato alla mafia.
[VINCENZO] Si, recentemente ci siamo impegnati anche in questo. Questo era un bene confiscato ad una delle cosche della città di Locri, che poi il Comune, attraverso i fondi PON, ha ristrutturato questo edificio in una bellissima struttura ricettiva. 15 stanze, 45 posti letto, camere con bagno, curatissimo. E lo scorso anno il Comune di Locri ha messo a bando questa struttura, questo ostello anche se gli standard sono quasi di un hotel.
[FABIO] So che la storia è stata piuttosto travagliata…
[VINCENZO] La cosa è iniziata proprio dal fatto che hanno provato a metterlo a bando per assegnazione gratuita per 10 anni, agli enti no profit, agli enti cioè a cui la legge sui beni confiscati riserva questa prerogativa. Malgrado l’assegnazione fosse gratuita per 10 anni il bando va deserto. Noi non c’eravamo presentati perché non avevamo in programma la gestione di un ostello, pensavamo che altri si sarebbero presentati. Quando vediamo che il bando va deserto, insieme al Comune di Locri, il Comune decide di rifare il bando e questa volta Goel si presenta e viene affidato a Goel. A soli 10 giorni dall’annuncio, dal nostro comunicato stampa, arriva il primo furto con danneggiamento per un danno complessivo di circa 20 mila euro. A questo danneggiamento noi abbiamo risposto con la consegna delle chiavi, dimostrando cioè che noi andiamo avanti e non ci fermiamo.
[FABIO] Questo è un messaggio che diventa se vogliamo più forte, alla luce anche del fatto che Libera ha deciso di organizzare a Locri in provincia di Reggio Calabria l’evento principale della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si è svolta lo scorso 21 marzo…
[VINCENZO] Certo, è un importante riconoscimento non solo per la Locride ma per la Calabria intera, che da decenni si batte con fierezza contro le mafie ma purtroppo questa battaglia non ha mai ricevuto sufficiente visibilità. A differenza dei nostri cugini e amici siciliani la cui lotta alla mafia è conosciuta e ha fatto fiera questa regione, la lotta alla ‘ndrangheta portata avanti in Calabria è pochissimo conosciuta così come i tanti martiri che hanno dato la vita per questa battaglia.
[FABIO] Il Gruppo Cooperativo Goel è presente anche nel settore agroalimentare con Goel Bio.
[VINCENZO] Si, Goel Bio nasce dalla richiesta di aiuto, dall’istanza di diverse aziende agricole del territorio che venivano colpite dalla ‘ndrangheta, anche spesso ripetutamente, per il solo fatto che non si rassegnavano a chiedere protezione, a assoggettarsi alla ‘ndrangheta. Allora abbiamo deciso di fare una operazione nuova. I nostri amici di Libera fanno delle cooperative sui terreni confiscati, noi invece abbiamo deciso di fare delle cooperative di vittime. Cioè mettere insieme le aziende agricole che resistono, che si battono, che non piegano la testa e fare una cooperativa che dimostri che loro hanno fatto la scelta giusta. E lo dimostra non solo dal punto di vista etico-morale, ma anche da punto di vista dei risultati economici.
[FABIO] Vincenzo, riguardando la storia di Goel c’è qualcosa che è successa in questi anni che credeva impossibile?
[VINCENZO] Devo dire che, sarà per la fede in Gesù che mi muove, io francamente ho sempre creduto che quello che è accaduto fosse possibile. Anzi credo sia possibile molto di più. E credo pure che accadrà.
[FABIO] Il suo impegno le ha permesso di entrare come fellow in Ashoka, la più grande rete mondiale di innovatori sociali.
[VINCENZO] È un riconoscimento importante. Sono stati nominati fellow di Ashoka personaggi come il fondatore di Wikipedia, addirittura alcuni premi Nobel. Io ritengo che questo riconoscimento non sia stato dato a me. Nel senso, io sono il volto, la faccia, la voce di una comunità di donne e uomini calabresi, fieri e coraggiosi e che in questi anni hanno costruito palmo dopo palmo Goel. È a questa comunità che spetta il titolo di fellow, più che a me. E da questo punto di vista, credo sia un importante riconoscimento.
[FABIO] Grazie mille!
[VINCENZO] Grazie a voi
[FABIO] Lui era Vincenzo Linarello di Goel gruppo Cooperativo. Trovi tutti i link a cui abbiamo fatto riferimento su radiostartmeup.it
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[FABIO] Start Me Up è prodotto da smartwork idee digitali per il mondo reale e reso possibile grazie al contributo di keedra hosting, servizi web per il tuo business. Io sono Fabio Bruno, grazie per aver ascoltato questa puntata, alla grande!
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