Non bisogna mai sottovalutare la forza del networking e a Start Me Up, come sapete, non lo dimentichiamo mai. Per questo motivo la puntata di questa settimana si apre segnalandovi PAC’15 che si svolgerà a Catania il 2 e il 3 ottobre. L’evento è organizzato da Programmatori a Catania e Youthub Catania in collaborazione con l’acceleratore TIM Wcap e Startup SuperSchool. Ne parlo con il primo ospite Simone Ivan Conte, tra i fondatori di Programmatori a Catania, una community che fino ad oggi ha lavorato principalmente online per mettere in rete tutti coloro che si occupano di web e programmazione. PAC’15 è il loro primo evento pubblico aperto a chiunque si occupi di innovazione in Sicilia e vi consiglio di consultare il programma per conoscere tutte le attività. Vi segnalo solo che c’è anche una pitch competition che mette in palio 1000 euro e tre postazioni di coworking presso il Wcap di Catania. Partecipare è molto semplice: basterà inviare un business plan entro il 28 settembre. Qui trovate maggiori informazioni.
Si passa poi in Puglia dove la settimana scorsa la Camera di Commercio di Bari ha assegnato i 5 premi del bando Valore Assoluto 3.0, di cui forse i più attenti lettori di Bacheca ricorderanno di aver letto sulle pagine di questo blog. Non potendo ospitare tutt’e 5 le idee ho scelto di parlarvi di Fork in Progress, impresa a finalità sociale che utilizza l’ attività di ristorazione come mezzo di sostenibilità e la cucina come strumento di educazione informale. Mi sono fatto spiegare tutto per bene da Luana Stramaglia, una delle fondatrici del progetto e con lei siamo partiti da quel bando Principi Attivi che nel 2012 ha dato il via a questa avventura. Partito infatti in via sperimentale, Fork in Progress ha aperto un ristorante a Foggia, il Fourquette, dove si mette in atto la cosiddetta Cucina Narrativa. Ogni giorno una persona anziana e un ragazzo dell’istiuto alberghiero cucinano insieme in uno scambio di saperi e conoscenza. “È un progetto di inclusione sociale che passa dalla cucina” dice Luana nell’intervista, che insieme al team di Fork in Progress si appresta a portare questo modello prima a Bari e poi in tutta Italia con una vera e propria catena di ristoranti.
Nell’ultima parte Start Me Up vi porta a Brighton, in Inghilterra dove un gruppo di ricercatori ha probabilmente trovato la soluzione per ridurre gli effetti dei terremoti. Usiamo il condizionale perché le ricerche sono ancora all’inizio, ma la notizia ha fatto il giro del mondo e non potevamo non parlarne. Soprattutto perché due quarti del team (di cui l’ideatore) arriva da Messina e quindi capite bene che non potevo farmi sfuggire questa possibilità. E così l’ultimo ospite di questa puntata è il prof. Piero Cacciola a capo del dipartimento di Built Environment e Civil Engineering dell’Università di Brighton che spiega a tutti gli ascoltatori il funzionamento di Viba (barriera vibrante), un dispositivo che posizionato nel suolo ha la capacità di assorbire tra il 40 e l’80 per cento della potenza di un terremoto. Un dispositivo quindi che potrebbe quindi rappresentare la soluzione per tutti quegli edifici storici e i paesi in via di sviluppo dove non vengono adottati criteri antisismici per la costruzione dei palazzi. Ma la vera novità, sottolinea Piero, sta nel fatto che grazie a Viba la protezione e la sicurezza in questo campo passerebbe nelle mani delle amministrazioni, che a salvaguardia del territorio possono installarlo nelle zone più a rischio (ad oggi tutto ciò è in mano ai costruttori privati che decidono di costruire secondo norme antisismiche).
Il team guidato da Piero Cacciola è soddisfatto per il risultato ma lui rimane con i piedi per terra: “Il modello è ancora sperimentale e siamo tutt’ora al lavoro per realizzare il primo prototipo su larga scala”. Aspetto da non sottovalutare sono proprio le origini di Piero che seppur vive e lavora a Brighton, la sua ricerca parte dalla sua città, Messina, che insieme a Reggio Calabria nel 1908 è stata distrutta da un violento terremoto. “Seppur non l’abbia vissuto in prima persona, credo che ogni messinese porti il ricordo di questo evento – dice nell’intervista – e nella mia ricerca mi sono sempre impegnato a dare un contributo affinché tutto ciò non accadesse più”. Oggi quel sogno sembra essere più vicino e non solo per i messinesi ma per le persone di tutto il mondo.