Lavorare da casa al meglio con i consigli dei principali blog del settore

A quanto pare saremo costretti a lavorare da casa per un bel po’, una pratica a cui molti di noi non erano abituati fino a poco tempo fa (vedasi la seppur banale ma quanto mai esplicativa confusione dei termini lavoro da casa e smart working).

Sta di fatto che adesso siamo costretti a farlo e quindi perché non farlo al meglio? Ci sono in giro parecchie guide che vi aiutano a strutturare al meglio il lavoro da casa. Abbiamo letto i blog delle aziende che hanno fatto del lavoro da casa il loro punto di forza e questi sono i tre consigli che abbiamo trovato più spesso.

Fare un piano delle attività della giornata

Piano della giornata

È il consiglio che troverete dappertutto. Se si parla di lavoro da casa è necessario stabilire un piano che vi permetta di sapere quando lavorate e quando no, soprattutto se lo spazio in cui vivete è piccolo. È il consiglio che il blog di remote.co mette al primo posto. Avere un proprio piano della giornata in cui sapete da che ora a che ora starete al computer, quando fare le pause, ecc. vi aiuterà a gestire meglio le giornate e a essere molto più produttivi. Da questo punto di vista il lavoro da casa è un’ottima scusa per conoscersi meglio e sfruttare le proprie abilità. Solo voi sapete qual è il momento in cui siete più produttivi: è quella l’ora in cui evitare le chiamate e dedicarsi ai progetti più impegnativi. Lavorate meglio la sera? Potete permettervi di svegliarvi un po’ più tardi. Di esempi se ne possono fare a milioni. Se poi non siete capaci di gestire il vostro flusso lavorativo ci sono una serie di strumenti e tecniche che vi aiutano in questo (workinnomads.co ne elenca alcuni). Quando pianificate la vostra giornata non dimenticate di includere nella vostra routine anche momenti di svago che vi stacchino dal computer (e dalla sedia). E non per mettervi a letto.

Organizzare gli spazi

Organizzare gli spazi

Più o meno per gli stessi motivi del consiglio precedente, organizzare al meglio gli spazi facilita la vostra mente e il vostro corpo a “capire” meglio il momento della giornata che state vivendo. Quindi createvi una vostra postazione, magari nella parte più luminosa della casa: essere vicino a una finestra vi permetterà di guardare fuori e riposare di tanto in tanto gli occhi. Avere uno spazio dedicato al lavoro è uno dei consigli principali. Ne parla “Ambition & Balance, by Doist” nel suo blog dove elenca le principali abitudini di chi lavora da casa mentre remote-how.com alla FAQ 36 vi da qualche consiglio su come sistemare la vostra postazione casalinga.

Una volta sistemata tenete la postazione pulita e fate in modo che lì ci andiate solo per lavorare, no pranzo davanti al computer o peggio ancora lavorare dal letto. Pensate anche di sistemarvi in un posto bello in caso in cui sarete coinvolti in video chiamate: non sottovalutate mai lo sfondo e ciò che avete dietro. In caso, se usate Zoom, Canva viene in vostro aiuto.

Restare connessi

Video call

Uno dei rischi più grossi per chi lavora da casa (e vive solo) è la solitudine, una condizione naturale che può portare anche alla depressione. Ok, niente panico, esiste la soluzione! Ed è quella di restare connessi con il mondo esterno: gli strumenti ci sono, li conosciamo fin troppo bene e anzi a volte sono visti come una distrazione. Avere qualcuno con cui parlare, anche solo virtualmente è un supporto enorme. Se pensate che una chat possa risolvere tutti i problemi, siete leggermente fuori strada. Così come consigliano gli autori del blog di Buffer, un buon modo per evitare la solitudine mentre si lavora da casa sono le video chiamate. Vedersi e parlare (non scrivere) con qualcuno è un toccasana per chi è costretto a rimanere tra le mura domestiche.

Se lavorate come freelance e quindi non avete colleghi, potete sempre unirvi a una community online. Potete sceglierla in base al vostro lavoro, ai vostri interessi e, se proprio non sapete a chi rivolgervi, noi possiamo suggerirvene una!

Foto di copertina di Thomas Lefebvre via Unsplash

SEO Tester Online protagonista di un Casi Studio doppiamente speciale

Torna l’appuntamento con Casi Studio, i webinar dedicati alle strategie delle startup di successo. Questo mese con noi Giancarlo Sciuto fondatore insieme a Vittorio Urzì di SEO Tester Online.

A marzo Casi Studio è doppiamente speciale!

Attenzione! Perché in virtù dell’iniziativa che abbiamo lanciato qualche settimana fa l’appuntamento di Casi studio di marzo è stato speciale, anzi doppiamente speciale! Perché? Perché questo mese Casi Studio è organizzato in collaborazione con Strategia IT, il podcast di Riccardo Mancinelli dedicato alle tecniche di Information Tecnology che rendono un business vincente.

E poi perché – per la prima volta – Casi Studio è stato trasmesso live sulla pagina Facebook di Start Me Up! Il video (o solo l’audio) è disponibile per chi sostiene Start Me Up con una offerta di almeno 15$ al mese. Dona adesso e accedi a tutti i contenuti riservati alla community.

Dona almeno 15$ e accedi al video e agli altri contenuti speciali

Strategia di crescita ma anche consigli sulla SEO

In 45 minuti abbiamo cercato di capire come è nato SEO Tester Online e come nel tempo è cresciuto; ci siamo fatti raccontare come sono riusciti a raccogliere circa il doppio della cifra stabilita con la campagna di equity crowdfunding che l’azienda ha lanciato qualche mese fa. E poi, abbiamo approfittato della presenza di Giancarlo e ci siamo fatti dare qualche dritta sulla SEO e su come usare al meglio la piattaforma.

Cosa fa SEO Tester Online

SEO Tester Online è la web-suite SEO solution-oriented pensata per aiutare blogger, aziende, specialisti del digitale e agenzie Web ad ottimizzare siti e contenuti per i motori di ricerca, aiutandoli a migliorare il volume del traffico organico scalando la SERP.

Grazie a tool, report e strumenti appositamente ideati, SEO Tester Online apre le porte a miglioramenti consistenti nella gestione SEO-oriented del proprio sito o di quello dei propri clienti, dimostrandosi sin da subito come uno strumento da inserire nella propria cassetta degli attrezzi digitale.

6 offerte di lavoro e 2 bandi: a marzo la bacheca di SMU è bollente!

Non solo lavoro da remoto (e non smart working, come sapete) nel numero di bacheca di marzo. Questo mese vi presentiamo 6 offerte di lavoro e 2 bandi per startup che abbiamo trovato in giro per la rete.

TIPS: Se vuoi vederli in anteprima unisciti al gruppo d’ascolto facebook, dove dal lunedì al venerdì alle 12 ne pubblichiamo uno ogni giorno.

Offerte di lavoro

> Wikimedia Italia, Associazione per la diffusione della conoscenza libera, cerca un responsabile per OpenStreetMap e per Wikidata.

OpenStreetMap è un progetto collaborativo per la raccolta di dati necessari per la creazione della mappa globale del mondo. Per molti aspetti il progetto è simile a Wikipedia ed è per questo che, dal 2016, Wikimedia Italia è anche il chapter ufficiale della OpenStreetMap Foundation.

Wikidata è un progetto collaborativo parte del mondo Wikimedia il cui scopo è fornire un database aperto a supporto degli altri progetti, interconnesso con altre raccolte di dati aperti.

La sede di lavoro è Milano ma accettano anche candidature per lavorare da remoto. Gli altri dettagli qui.


> System Management S.p.A. cerca un programmatore. L’azienda guida l’evoluzione tecnologica di grandi aziende nel settore IT proponendo soluzioni altamente innovative basate sui risultati delle attività di ricerca e sviluppo interne nei settori della Comunicazione Multicanale, IoT, BigData Analysis e Cloud Enabling.

L’annuncio è pubblicato sul loro profilo Linkedin e la premessa vale da sola tutta l’offerta! 😉


> Il Gruppo Green Network è alla ricerca di un Digital Art Specialist su Roma. La principale mansione è dare supporto alle attività dell’intero reparto. Il ruolo prevede capacità di integrarsi all’interno di un team di lavoro, responsabilità per il proprio operato, capacità di progettazione, precisione nell’esecuzione e valutazione delle tempistiche.

Tutti i dettagli dell’offerta di lavoro sul profilo Linkedin dell’azienda.


Webflow è l’azienda californiana che permette a chiunque di creare un proprio sito web con un semplice copia/incolla. La sede è San Francisco ma ci sono posizioni aperte anche da remoto. Sono tutte elencate nella pagina di creativemornings.com.


> Il team italiano di MakersValley ha aperto una nuova posizione di stage per laureandi o neo-laureati alla prima esperienza, amanti del Fashion Tech & Made in Italy. La sede del lavoro è a Cardito (NA).

Tutti i dettagli dell’offerta nell’annuncio della pagina Facebook dell’azienda.

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Call per Startup

> IC406 è il programma d’incubazione che accompagna giovani imprenditori con idee innovative nell’ambito del digital business. Puoi candidare la tua idea fino al 30 aprile 2020.
Tutti i dettagli sul sito del bando.


> La Call for ideas dell’area Ambiente “Strategia Clima“, con uno stanziamento di 3,4 milioni di euro per il 2020, sostiene fino a 2 iniziative volte alla mitigazione e all’adattamento al Cambiamento Climatico a livello locale realizzate in collaborazione da amministrazioni locali, aree protette ed enti non profit.

Tutte le info sul sito della Fondazione Cariplo.

La foto di copertina è di Nijwam Swargiary via Unsplash.

Non solo Coronavirus nella Camera a Sud di marzo

Non so le vostre, ma la nostra bacheca è tutta un susseguirsi di “evento annullato” o “evento posticipato” causa Coronavirus. Piuttosto però che fare un elenco di tutto quello che ci siamo persi, dopo avervi dato una mano con lo smart workingabbiamo deciso di dedicare questo numero di Camera a Sud sì al Coronavirus ma mettendo in risalto le azioni di alcuni dei nostri ospiti. In più parliamo anche di Piano per il Sud, visto che è stato presentato neanche un mese fa dal Governo Italiano. E infine, facciamo i complimenti alla nostra “voce” preferita!

No rimborsi ma nuovi modelli di sviluppo!

Avrete certamente letto delle disposizioni del Governo e delle conseguenze che un provvedimento del genere ha portato in un ambito molto precario (anche in periodo di pace) come quello della cultura in Italia. Ne ha parlato nello specifico Bertram Niessen in un suo articolo su CheFare. Qui però ci interessa di più cogliere la provocazione lanciata sempre dalle pagine di CheFare da Emmanuele Curti. Secondo Curti la richiesta di rimborso che il mondo della Cultura ha avanzato al Governo è una forma di validazione di un sistema che lo stesso mondo culturale sta cercando di cambiare. L’invito allora è quello di cogliere l’emergenza legata al Coronavirus come possibilità concreta di rimodulazione dell’intero sistema. Scrive Curti:

Non chiediamo quindi soldi indietro (per rimanere chiusi nelle vecchie logiche), approfittiamo invece per chiedere che vengano messi in atto investimenti perché, usciti dalle case, la questione culturale diventi occasione per ripensarci. L’impresa culturale e creativa italiana (ma anche europea ed internazionale) sta generando nuove forme del vivere sociale, attivando nuovi sistemi linfatici: ed è su questi canali nuovi, puri, che dovremmo scommettere.

Un ripensamento che deve naturalmente partire da quegli esperimenti che in tutta Italia funzionano e che riconoscano alla cultura non un carattere identitario ma uno “di ricerca e costruzione di un nuovo senso di comunità”.

Il tavolo di confronto tra il Governo e i rappresentanti del mondo culturale si è tenuto al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo il 4 marzo 2020, dal titolo “Effetti dell’emergenza del coronavirus del settore delle imprese culturali”. Qualche minuto fa è stata pubblicata una nota da parte della Rete “Cultura e Sociale muovono il Sud” che racconta l’esito dell’incontro e tutto l’iter di come si sia arrivati al tavolo con le Istituzioni.

Il tavolo – si legge nel comunicato – ha dato la possibilità di far emergere non “solo il “cosa”, ma anche il “chi””. Dove il “cosa” è rappresentato dalle proposte a sostegno del settore in questo particolare periodo di difficoltà, mentre con il ““chi” viene richiesta l’immediata operatività della norma sulle imprese culturali (LEGGE 27 dicembre 2017, n. 205, commi 57 e segg.), che consentirebbe a molti soggetti, indipendentemente dalla loro natura e dimensione ma riconducibili alle attività, di riconoscersi ed essere riconosciuti, e usufruire delle eventuali misure di sostegno.”.

Sul sito delle Officine Culturali è possibile leggere l’intero comunicato a firma della Rete Cultura e Sociale muovono il Sud.

Paura da Coronavirus? Ecco le dieci regole di Franco Armino

Restiamo in tema Coronavirus perché l’azienda Housatonic ha tradotto in immagini il decalogo contro la paura scritto dal poeta e paesologo Franco Armino,


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Un post condiviso da Housatonic (@housatonic_wmie) in data:

Mentre qui lo potete leggere dalle pagine di vita.it

Cosa c’è dentro il Piano per il Sud e cosa se ne dice?

Altro grande tema del mese passato è il piano per il Sud, redatto dal Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano e lanciato dallo stesso Primo Ministro Giuseppe Conte il 14 febbraio scorso da Gioia Tauro, in Calabria. C’è la registrazione della diretta dell’intero intervento (dura all’incirca due ore)

Qui avete modo di leggere cosa è previsto nel piano.

Se siete spaventati dalla mole di informazioni vi consigliamo di seguire il blog di Vitaliano D’Angerio sul sito del Sole24ore. Proprio qualche giorno fa ha promesso che avrebbe analizzato a puntate il Piano per il Sud, qui c’è la prima.

Il piano ha raccolto critiche e lodi. Tra tutti gli articoli che abbiamo letto vi segnaliamo due interventi che commentano il piano e ne elogiano la coerenza e la struttura. Lo fa Filippo Barbera dalle pagine del Manifesto che parla del piano come dell’esito di uno sforzo intellettuale e di conoscenza, oltre che di responsabilità politica e partecipazione diffusa che ha coinvolto partiti e movimenti, amministratori locali, parti economiche e sociali, mondo della cultura, Università e centri di ricerca, terzo settore, volontariato, cittadinanza attiva”.

E poi c’è il commento del Forum Diseguaglianze e diversità che da tempo parla della necessità di rimettere al centro le aree interne del Paese per dare un nuovo sviluppo all’Italia intera. Il Forum vede il piano per il sud come una vera e propria novità “perché fonda le proposte su una diagnosi, affianca e interseca obiettivi di competitività con obiettivi di giustizia sociale e ambientale, e concepisce l’immediata accelerazione degli interventi come l’anticipazione di una svolta per il medio-lungo termine”.

Cristina Marras nella newsletter di Bello Collective!

Per la rubrica my friends are better than yours, segnaliamo che Berlin 1989 il podcast in due parti che racconta i giorni di Berlino successivi al crollo del muro realizzato dalla voce della nostra sigla, Cristina Marras è tra gli ascolti segnalati della newsletter di Bello Collective.

Bello Collective è la community che raccoglie a livello mondale tutte le produzioni indipendenti audio più interessanti e di avanguardia. Felici del risultato che ha raggiunto Cristina a cui auguriamo sempre il meglio!

La foto di copertina è di CDC on Unsplash

Selezionare il target giusto – il web café con Rocco Giannino

Quando si pensa a un prodotto o un servizio è sempre bene tenere in considerazione a chi quel prodotto o servizio è destinato. È uno dei mantra del marketing, messo in evidenza anche nel Business Model Canvas, ma è un aspetto che non può essere sottovalutato, soprattutto per chi con il proprio prodotto o servizio vuole creare valore per gli altri.

Come si individua il target giusto per il proprio prodotto o servizio?

Abbiamo risposto a questa domanda durate il web café con Rocco Giannino, che puoi rivedere o riascoltare online. In 45 minuti abbiamo analizzato le fasi da affrontare quando dobbiamo selezionare il target giusto, cosa tenere in considerazione a processo avviato e quali sono i casi di successo da cui possiamo imparare.

La copertina del web café con Rocco Giannino dedicata al target

È possibile vedere il web café con Rocco Giannino solo se si entra a far parte della Community Telegram di Start Me Up.

Entra nella community e guarda il web café

Chi è Rocco Giannino?

Rocco Giannino è copywriter e marketer. Nel 2016 prende parte alla community Marketers. Scrive per passione e comunica ogni giorno con un pubblico differente, osservando, ascoltando e leggendo tutto ciò che serve per definire al meglio il tono e l’obiettivo della comunicazione stessa.

Cos’è il web cafè?

Il web café è un webinar con un esperto del mondo dell’innovazione del Sud Italia: lo scopo è imparare un po’ di più su un determinato argomento o sviluppare in modo corretto una particolare competenza. Lo stile è informale e durante i web café i partecipanti contribuiscono alla realizzazione del contenuto ponendo domande prima o durante la diretta. Scopri tutti i web café realizzati fino a ora e tutto quello che puoi avere entrando a far parte della Community Telegram di Start me Up.

La foto di copertina è di Ameer Basheer, via Unsplash

Da Palermo al mondo: Ludwig è il “Caso Studio” di febbraio

Roberta Pellegrino e Federico Papa di Ludwig sono i protagonisti del secondo appuntamento di Casi Studio, il format di Start Me Up che racconta la strategia dietro le startup di successo.
Ludwig è il motore di ricerca che permette di confrontare la frase che si sta scrivendo in inglese con tanti esempi presi da fonti attendibili. Ludwig aiuta quindi chi scrive a capire qual è il modo migliore per esprimere la propria idea.

Fai la tua donazione e guarda “Casi Studio”

Ludwig: in sette mesi da Palermo in 200 Paesi diversi

Nato a Palermo nel luglio 2014, la startup palermitana a fine anno aveva già chiuso un round di finanziamento da 25mila euro. Dopo soli sette mesi dalla pubblicazione della versione beta del servizio, Ludwig è stato usato da 300.000 utenti provenienti da 200 paesi differenti.
Negli anni, questa startup è cresciuta grazie a un bel lavoro di squadra, ai tanti percorsi di incubazione e ad un articolo di Techcrunch arrivato al momento giusto. Ultimamente il team ha usufruito di un percorso di incubazione che ha portato la startup in Cina poco prima che esplodesse il Coronavirus. Stanno tutti bene, ma come tanti altri in questi giorni, stanno affrontando i rallentamenti dovuti alla diffusione di questa patologia.

Roberta e Federico di Ludwig hanno raccontato la storia della loro startup mettendo in evidenza la strategia che ha permesso al progetto di crescere così tanto e così rapidamente.  L’accesso al video di questo nuovo appuntamento di Casi Studio (e al report) è riservato ai sostenitori di Start Me Up che donano almeno 15$ al mese. Fai la tua donazione adesso e potrai “sbloccare” anche la registrazione dell’appuntamento precedente con Spidwit.

Fai la tua donazione e accedi all’archivio di “Casi Studio”

Cosa è Casi Studio?

Grazie a Casi Studio scopri le strategie dietro le startup di successo. Mese dopo mese, i founder di startup del Sud Italia racconteranno ai membri della community di Start Me Up le mosse che li hanno portati essere quello che sono. Dona almeno 15$ e accedi all’archivio e partecipa ai prossimi appuntamenti.

Smart working: i nove strumenti indispensabili (almeno per me)

Mi prendo la libertà di usare la prima persona singolare perché in questo post voglio consigliarvi nove strumenti che potete usare per mettere in pratica lo smart working, che poi in realtà è un modo erroneo per dire lavoro da remoto (lo spiego qui). Posso tranquillamente affermare di avere ormai una certa confidenza nel lavoro da casa, dedicando le mie giornate a progetti che porto avanti da solo o in gruppo. Sono un esperto? In un certo senso, anche se non me la sento di dare una definizione di smart working e sul perché non possiamo (o meglio, non dobbiamo) definirlo lavoro da remoto. Lascio ad altri la parola, che ne sanno, di gran lunga, molto più di me.

Quello che però mi sento di condividere con tutti voi sono gli strumenti che solitamente utilizzo nel mio quotidiano e mi permettono di avere sempre a portata di mano ciò che mi serve ovunque io sia. Li ho divisi per ambito così è più facile la consultazione e SPOILER SPOILER non troverete niente sulla programmazione perché, come potete immaginare, non sono un programmatore.

Comunicazione

Telegram

È il fratello russo di Whatsapp che offre una serie di funzionalità in più rispetto al software acquistato dal buon Mark. Io lo uso principalmente per gestire la community riservata a chi sostiene Start Me Up ma lo uso anche per i canali tematici che puoi trovare al suo interno. Ne seguo alcuni dedicati all’innovazione e alle startup, ma anche altri legati alle cose che mi piacciono, come ad esempio i libri e i film. Se quindi da una parte mi permette di gestire i messaggi di “lavoro” (solitamente per i messaggi privati e personali uso WhatsApp), Telegram per me è anche una fonte di contenuti e spunti che uso per tenermi aggiornato.

Videoconferenze

Zoom

Scoperto qualche anno fa, me ne sono innamorato quando, dopo l’ennesima videoconferenza traballante su Skype, ne ho potuto saggiare la stabilità e velocità. Zoom vi permette di organizzare video conferenze sia audio che video, vi dà la possibilità di condividere gli schermi e di poter selezionare la schermata che vi interessa (non solo quindi il vostro monitor ma anche solo la pagina del browser che in quel momento avete aperta). Inoltre non ha tutte le funzionalità “social” che Skype ha messo su e che onestamente trovo abbastanza inutili. I partecipanti accedono alla conferenza tramite link e oltre al video hanno una chat che permette loro di parlare a tutti o scegliere solo alcuni destinatari. La cosa migliore è che Zoom vi fornisce – se lo volete – la registrazione della conferenza, ma mica una sola! Vi dà la registrazione audio/video, quella solo audio generale e quella audio singola per ospite. E per chi si occupa di audio editing sa quanto sia importante avere le tracce audio suddivise. In più ha una gestione ottima della regia (il sistema riconosce chi parla e lo “inquadra” automaticamente). C’è una versione a pagamento, ma anche quella free, sono certo, vi soddisferà parecchio.

Archiviazione/Gestione file

Dropbox

Prima di scrivere questo articolo pensavo che Dropbox fosse figlio diretto di drop.io, servizio di file sharing che mi aiutò a contenere la mia ansia ai tempi della scrittura della tesi quando, a fine giornata, finita la stesura quotidiana salvavo il file sul pc, su una pen drive e su drop.io (che metti che perdo la pen drive e mi rubano il computer?!?!?). E invece scopro da Wikipedia che drop.io è stato acquisito da Facebook e poi chiuso (tristezza!) in cambio di un posto di lavoro offerto a Sam Lessin, l’ideatore del servizio (vile denaro!).

Ma dicevamo Dropbox. Dropbox è quel servizio che vi permette di avere i vostri file sempre a portata di mano: un hard disk portatile accessibile da qualsiasi device. Io lo uso per le card che faccio per Start Me Up e che vanno condivise tramite social ma anche per trasferire le foto dal telefono al pc (non mi va di dare anche questi dati a Google). Dropbox vi dà anche la possibilità di condividere una cartella con altre persone. Occhio se lo fate perché una volta io ho condiviso una cartella con persone poco esperte che – pensando di fare spazio sul proprio telefono – ne hanno cancellato tutto il contenuto e abbiamo perso i file. Ops!

Wetransfer

Se lavorate con file di dimensioni molto grandi allora avrete già usato questo servizio. Grazie a Wetransfer riuscite a condividere file grandi fino a 2GB (se usate la versione gratuita) inviando una semplice mail al destinatario. Nella mail c’è il link da cui il suddetto contenuto può essere scaricato. I file restano online per un certo periodo di tempo e il servizio avvisa periodicamente sia il mittente che il destinatario della presenza dei file che devono essere ancora scaricati. Si possono inviare file grandi, ma uno alla volta. Se avete un archivio di foto, dovete fare un file compresso.

Creazione contenuti

Google Drive

Metto Google Drive nella categoria creazione contenuti perché la cosa che più apprezzo di questo servizio è la possibilità di scrivere, fare presentazioni, creare fogli di calcolo e tanto altro in modo condiviso. Non c’è niente di più comodo, quando lavori a un testo con un tuo collaboratore, del vedere in tempo reale le correzioni e le modifiche che vengono fatte. In più è accessibile da vari device e quindi è super comodo e versatile. Mi è capitato questa estate di aiutare mio padre con un documento che doveva stampare. Ho fatto al volo le correzioni tramite smartphone mentre ero fuori città: in un paio di click sono riuscito a raggiungere il mio scopo dal bar dove ero (e poi mi sono dedicato alla mia colazione). Poi Google Drive ti permette di allegare i contenuti alla tua casella di posta Gmail, poi c’è l’archiviazione e Dio solo sa quante altre cose fa! Tra l’altro, di recente ho scoperto che occupano spazio solo i file “esterni”, mentre quelli creati con gli strumenti Google no. Fateci caso!

Keep

Keep è uno strumento sempre di Google, che vi permette di prendere appunti. Io l’ho scoperto leggendo il libro di Bandiera e ne ho copiato l’uso che ne fa lui. Molto semplicemente ho il widget sul mio smartphone e lì scrivo tutto quello che mi passa per la testa (idee per nuovi articoli o podcast) e cose che mi colpiscono, che poi mi ritrovo in tempo reale sul mio computer. Ho quindi modo di avere sempre tutto a portata di mano senza fare copia incolla da un device all’altro.

Pocket

Da tempo con Pocket ho un rapporto di odio e amore perché questa app può diventare il paradiso dei procastinatori. Pocket infatti vi permette di salvare un contenuto che trovate interessante e vi dà la possibilità di leggerlo successivamente. Si installa sul browser e si sincronizza con l’app presente sul vostro smartphone. Può diventare il paradiso dei procastinatori perché dentro ci possono finire articoli che deciderete di non leggere mai. Io, dopo un primo utilizzo spasmodico in cui salvavo tutto e non leggevo nulla, mi sono dato una calmata e ora riesco a gestire tutto con più tranquillità. C’è la possibilità di condividere il proprio archivio con altre persone e organizzare il tutto attraverso tag.

Gestione progetti/Team

Slack

Anche Slack ha dei canali dedicati (come quelli di Telegram) ma devo essere sincero non li ho mai frequentati più di tanto. Uso Slack per ciò che è diventato famoso e cioè la gestione dei messaggi e delle discussioni su un particolare processo con i propri collaboratori. In più, le tante integrazioni lo rendono sempre più performante e una spanna sopra i competitor. Non vi nascondo la mia felicità quando ho scoperto che sullo smartphone silenziava in automatico le notifiche dopo una certa ora. Magari adesso è una funzionalità banale, ma quando l’hanno introdotta… wow!

Trello

Devo essere onesto, con Trello ho un rapporto di amore e odio e chi collabora con me lo sa. Lo uso, ma poi mi stanco e lo perdo di vista. Devo lavorarci, lo so. Anche perché la potenzialità di uno strumento simile è innegabile. Trello vi permette di organizzare i vari compiti e suddividerli tra i vari collaboratori. C’è la possibilità di commentare, modificare, e tanto altro. A me è capitato anche di utilizzarlo come to do list in vista di un evento: ho segnato le cose che dovevo fare e con chi. A mano a mano che le cose venivano fatte aggiornavo la board. È forse una forzatura, ma in quella occasione ha funzionato.

Già conoscevi questi strumenti? E tu? Cosa usi per lavorare? Quali sono gli strumenti che chi fa smart working dovrebbe usare? Fammelo sapere e aiutami a allungare questa lista!

Foto di Austin Distel on Unsplash

Crowdfunding: è davvero il modo giusto per finanziare la tua idea?

La domanda che abbiamo messo nel titolo di questo post è la stessa che si è posta nei giorni scorsi la nostra community su Telegram. Per sapere se il crowdfunding è davvero il modo giusto per finanziare la propria idea abbiamo deciso di rivolgerci a Roberto Esposito, protagonista del web-café dal titolo “Non usare il crowdfunding per finanziare la tua idea, a meno che…”.

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Chi è Roberto Esposito?

Roberto Esposito è un imprenditore, blogger e autore che cura strategie di comunicazione e di innovazione digitale, culturale e sociale. Nel 2012 crea DeRev, startup innovativa che si occupa di strategie digitali, crowdfunding, big data e comunicazione sui social media per brand e grandi aziende, istituzioni e Pubblica Amministrazione, personaggi pubblici e politici.
Nonostante la sua giovane età ha già collezionato parecchi traguardi, mostrando sempre una grandissima creatività nell’uso del digitale.

Come guardare il web-café “Non usare il crowdfunding per finanziare la tua idea, a meno che…”?

copertina Web-Café su crowdfunding

Per guardare il web-café “Non usare il crowdfunding per finanziare la tua idea, a meno che…” basta essere membri del gruppo Telegram segreto di Start Me Up. Cliccando sull’immagine o su uno dei bottoni presenti in questo post si verrà direttamente indirizzati al post Patreon che ospita il video. Inoltre, è presente un breve testo di resoconto di quello che si è detto durante la diretta con tanto di link ai siti a cui si è fatto riferimento. Per chi trovasse scomodo il video, all’interno del suddetto post di Patreon c’è il link all’audio del video.

Non solo crowdfunding

La registrazione del video con il commento testuale che ne sintetizza i contenuti e raccoglie i link citati durante la diretta si va ad aggiungere al resto dell’archivio che abbiamo collezionato fin qui. Tutti i contenuti sono fruibili dalla community in ogni momento e per scopi che rientrano nella finalità del gruppo: espandere la nostra conoscenza sui temi del digitale e dell’innovazione tecnologica.

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Foto di Annie Spratt via Unsplash

Quattro motivi per cui leggere “Crea contenuti efficaci” di Rudy Bandiera

Questo articolo è stato scritto con il supporto di Dario Flaccovio Editore

Questo è un post per chi ha il compito di creare contenuti, non solo e per forza online e non solo e per forza per sé stessi. In questo post vi racconto perché se create contenuti dovreste leggere “Crea contenuti efficaci” di Rudy Bandiera. I motivi sono almeno quattro.

1. Nasce da un metodo di lavoro

“Crea contenuti efficaci” è un libro che nasce da un metodo di lavoro, quello del suo autore. È lo stesso Bandiera a precisarlo nella prima parte del volume. “È quindi un manuale pratico” direte voi. In realtà no, o meglio, non solo: c’è sì una parte pratica, a cui però è necessario anteporne una teorica. Perché, come scrive lo stesso Bandiera, “come posso sapere cosa fare se non so perché lo faccio?”.

2. Sta tutto nella fiducia

Nella suddetta parte teorica si parla principalmente della fiducia. La vera cosa che mi porto dietro dalla lettura di questo libro è quanto sia importante la fiducia per un qualsiasi soggetto che vuole comunicare qualcosa on e off line. Va da sé quindi che la parte teorica di “Crea contenuti efficaci” declini per lo più il concetto di fiducia. E lo fa in un’ottica aziendale e di comunicazione precisando perché, come e quando costruirla.

3. Non solo contenuti online

I contenuti a cui si riferisce l’autore nascono on-line e non sono solo testuali: si parla di video ma anche di presentazioni pubbliche. Anche in questo caso, i consigli sono tanti e sono tutti preziosi, visto che nascono dall’esperienza diretta di chi fa questo mestiere da parecchio tempo. Sembra una banalità ma non è affatto scontato trovare un buon oratore con delle slide fatte bene. Anche se la situazione sta via via migliorando, c’è sempre bisogno di qualcuno che ti sappia dire come creare in modo corretto le slide e ti dica a cosa fare attenzione nel caso in cui tu debba parlare in pubblico. Un compito che “Crea contenuti efficaci” svolge con precisione e in un modo impeccabile.

4. Strumenti online da provare subito

Il quarto motivo per cui sento di consigliarvi questo libro è proprio la parte pratica. Nell’ultima parte del libro Rudy Bandiera descrive ed elenca una serie di strumenti che lui usa abitualmente. Incuriosito, ne ho voluti provare alcuni e devo dire che da allora non ho smesso di usarli. Certo, non li utilizzo nel suo stesso modo, ma credo sia anche questo il segreto di questo libro: suggerirti un metodo che tu possa adattare alle tue esigenze, modificandolo dove per te non funziona a tuo uso e consumo. Io l’ho fatto e mi ci trovo bene.

Rudy Bandiera è presente sui vari social e il suo sito è un ottimo punto di partenza per trovare ciò che più vi interessa. Mentre “Crea contenuti efficaci” può essere acquistato qui.