32. Abbandonare la ricerca per tornare in Sicilia e diventare un esperto di tecnologie digitali: la storia di Luca Naso



Luca Naso ha la storia perfetta per Start Me Up. Siciliano, perfeziona i suoi studi alla Sissa di Trieste e va a lavorare all’Estero. In Cina, decide di voler tornare in Sicilia per diventare un esperto di tecnologie digitali. Oltre a lavorare per alcune aziende grazie alla sua passione per lo studio e la ricerca si butta a capofitto nel mondo della formazione. La sua intervista è ricca di spunti e in questo podcast c’è un regalo per uno degli ascoltatori.

Luca ha organizzato un corso su machine learning, disponibile sulla piattaforma Udemy e un ascoltatore di Start Me Up potrà ricevere un coupon per accedere al corso GRATIS. Come? Basterà mandare una mail al più presto a info@radiostartmeup.it scrivendo la canzone scelta da Luca per la compilation degli ospiti che Start Me Up ha su Spotify. Successivamente, sarà la redazione di Start Me Up a decretare il vincitore con un post su questo blog.

Cosa ci insegna la storia di Luca Naso

Il percorso che porta Luca Naso a diventare un esperto di tecnologie digitali mescola ricerca, innovazione, lavoro e formazione. Basti pensare che Luca lavora per Neodata, azienda che si occupa di big data, e per loro al momento è impegnato in due corsi: uno rivolto agli studenti dell’università di Catania e l’altro per gli studenti dell’istituto Steve Jobs di Caltagirone (CT). Luca cerca di trasmettere la passione per l’innovazione e ci rivela che non è affatto semplice insegnare discipline che cambiano continuamente. La frustrazione diventa sfida e voglia di sapere, quale migliore atteggiamento si può chiedere a un formatore?

Organizzatore di due Tedx e mentor al TIMWCAP di Catania

Luca ha anche fatto parte dello staff di due edizioni del Tedx SSC, uno dei primi Tedx organizzati in Sicilia. Una esperienza nata dalla passione per i contenuti trasmessi da TED che gli ha permesso di vivere due eventi intensi di rapporti e saperi.
Luca è stato anche uno dei mentor del TIM WCAP di Catania. Lavorando al fianco di giovani startupper Luca ne ha ammirato il sogno e la voglia di veder qualcosa nascere e crescere, con tutta l’umiltà del caso. Consapevole che ogni azienda ha una storia a sé, ci sono due insegnamenti che Luca si porta dietro che qui potremmo sintetizzare con:

  • Evitare di innamorarsi della propria idea;
  • Dedicare quanto più tempo possibile alla costruzione della propria impresa;

(maggiori dettagli sono ovviamente nel podcast).

La citazione di Luca di Neodata, esperto digitale

Puoi diventare un esperto di tecnologie digitali con il corso di Machine Learning di Luca. E puoi frequentarlo gratis (o con un piccolo sconto)!

In questo podcast parliamo ovviamente anche del corso su Machine Learning che Luca ha creato e che ha reso disponibile sul sito Udemy. Il corso è rivolto a chi ha qualche dimestichezza con la programmazione e vuole diventare un esperto di tecnologie digitali. Se volete lavorare con il machine learning oppure vuole diventare un data scientist, allora il corso è quello che fa per voi (anche se partite da zero). Considerate che questa figura è ormai richiesta da qualsiasi azienda che utilizza dati. Per frequentare il corso in modo totalmente gratuito basta ascoltare il podcast, sentire il titolo della canzone scelta da Luca e inviare la risposta al più presto a info@radiostartmeup.it. Tra tutte le risposte arrivate sarà poi la redazione a scegliere il vincitore secondo un criterio interno e il suo giudizio sarà insidacabile. Mandando la mail si decide implicitamente di accettare le suddette condizioni e si autorizza il trattamento dei dati. Nel caso in cui non foste scelti dalla redazione di Start Me Up potete comunque iscrivervi alla newsletter di Luca e usufruire delle agevolazioni che di volta in volta offre. Potete inoltre seguire Luca Naso su Facebook, Linkedin e Youtube.


Foto di copertina lucanaso.it

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31. Lo sviluppo del Sud Italia passa dalla collaborazione: da soli, per fortuna, non si fa nulla



Sono stati pubblicati i bilanci della Fondazione con il Sud e dell’impresa sociale Con i bambini ad essa collegata. L’occasione ci dà la possibilità per raccontare cosa questi due enti hanno fatto e stanno continuando a portare avanti per lo sviluppo del Sud Italia. Ci aiuta in questo il direttore generale di Fondazione con il Sud Marco Imperiale, ospite di questo podcast di Start Me Up.

Voce del verbo “collaborare”.

Il minimo comune denominatore sia della Fondazione con il sud che dell’impresa sociale Con i bambini è la collaborazione, un fattore che fa parte della storia di questi due enti che nascono da una unione di risorse di varie fondazioni bancarie e soprattutto, da una collaborazione continua con enti e associazioni sul territorio.

Il solco in cui queste due realtà si inseriscono è quello sociale e leggendo i progetti e ascoltando le parole di Marco Imperiale viene fuori una situazione allarmante, che necessita di interventi innovativi che possano coinvolgere più soggetti. Da questo punto di vista l’esperienza di Fondazione Con il Sud è preziosa visto che da 11 anni opera al Sud Italia con un impatto che, per sua natura, è lento ma efficace.

la citazione di Marco di Fondazione con il Sud sul Sud Italia

L’indipendenza dagli enti pubblici e la proposta di un modello innovativo.

Un impatto, ricordiamolo, che non passa da finanziamenti pubblici, ma è frutto dell’impegno di privati. Ci teniamo a sottolineare questo aspetto perché è lo stesso Marco a ammettere che l’indipendenza dai soggetti pubblici è allo stesso tempo “la forza e la debolezza” della fondazione. Un modello che coniuga la flessibilità e rapidità nel seguire i numerosi progetti promossi con la solidarietà e l’aiuto per i soggetti più deboli. Inoltre, al tempo stesso, questo approccio rafforza le radici di chi vive al Sud Italia, dando così la possibilità di porre le basi per una crescita sana e indipendente. È un modello, un esperimento, che sta dando i suoi frutti e che è sempre aperto alle collaborazioni. Il sistema usato è quello dei bandi (che qualche volta vi abbiamo anche segnalato anche su questo sito). Il segreto per poterli vincere, sottolinea Marco, è la collaborazione. Da soli, per fortuna, non si fa nulla.


Foto di copertina di Olga Guryanova trovata su Unsplash

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30. Email marketing, ecco perché dovresti considerarlo per la tua strategia



L’email marketing è tutt’ora uno degli aspetti più importanti all’interno di una strategia digitale e bisogna affrontarlo ovviamente al meglio. In questo podcast ospitiamo Vito Esposito di Search On Media Group, l’azienda che c’è dietro l’organizzazione del Web Marketing Festival di Rimini. Vito ha curato la strategia e la parte operativa dell’email marketing dell’evento e quindi chi meglio di lui può darci qualche dritta utile per sapere cosa tenere in considerazione?

Email marketing: cosa è importante per sfruttarlo al meglio?

Dalla scrittura delle mail alla parte grafica, ma non solo! Sono tanti gli aspetti da tenere in considerazione quando si decide di inserire l’email marketing nella propria strategia digitale. Misurare gli effetti di una campagna, coordinare la comunicazione anche con il resto dei canali, ma soprattutto da chi deve essere composto il team per portare a termine un lavoro fatto bene. Oltre all’esperienza con il Web Marketing Festival Vito lavora anche nel campo del non profit: ci facciamo perciò dire come cambia la narrazione (e se cambia!).
Inoltre, non possiamo non farci consigliare qualche tool. Quelli che Vito nomina nel podcast sono:

  • Answer the Public: ti permette di trovare argomenti complementari in base alle parole chiave che inserisci;
  • Ubersuggest: indica i volumi di ricerca su un particolare argomento
  • Mx Toolbox: piattaforma gratuita per analizzare numerosi parametri tecnici utili a valutare le performance dei propri invii.

La citazione di Vito sull'email marketing

Web Marketing Festival di Rimini: perché partecipare.

Abbiamo spiegato abbondantemente perché non dovreste perdere questa edizione del Web Marketing Festival di Rimini. Potete, se volete, avere anche una piccola anteprima di ciò che uno degli speaker dirà durante il suo panel. Ci riferiamo a Uljan Sharka che è stato nostro ospite e che, tra l’altro, ha dato un paio di consigli su come sfruttare al meglio questi eventi dedicati anche al networking. Ricordiamo inoltre che ci sarà anche un concorso per band musicali con canzoni legate al tema della legalità; il contest è organizzato in collaborazione con gli amici di Rete 100 Passi.


Foto di copertina di Rawpixel trovata su Unsplash

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29. L’entusiasmo è sempre lo stesso, nonostante il fallimento



C’è molto entusiasmo nelle parole di Giancarlo Sciuto, il protagonista del secondo appuntamento di #falliscimeglio, la serie che Start Me Up dedica al buono che c’è dietro l’esperienza del fallimento.

Nel 2013 Giancarlo insieme a Veronica Sotera e Alessandra Nicastro fondano Sapury, un servizio di mealbox che permetteva a chiunque nel mondo di ricevere le ricette e gli ingredienti per cucinare a casa propria piatti della tradizione siciliana. Il progetto, che nasce all’interno del mondo dell’università, vede i tre ragazzi impegnati nel percorso di accelerazione promosso da TIMWCAP che permette loro di aumentare le loro conoscenze e il loro network.

Formazione e giveback: due elementi chiave nella storia di Sapury

Nella storia che Giancarlo ci racconta si evidenziano due elementi: la formazione e il giveback. La prima è interconnessa con la facoltà di economia dell’Università di Catania, da cui i ragazzi di Sapury vengono e dove torneranno più volte in veste di tutor. Ed è proprio il giveback il secondo elemento che viene fuori prepotentemente dalla storia di Sapury. Grazie al prof. Rosario Faraci, Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università di Catania il team di Sapury si troverà più volte a parlare e lavorare con gli studenti, in una sorta appunto, di giveback a chilometro zero.

Analisi di mercato (blande) e i frutti di questo fallimento

Questo podcast ci permette di fare una breve analisi di mercato dei mailbox, attivo a quanto pare, anche se non sembra godere di buona salute, almeno da quel che scrive L’Economist e che ilpost.it riporta. Inoltre, con Giancarlo guardiamo avanti e accenniamo al suo nuovo progetto, SEO tester online. Con lo stesso entusiasmo Giancarlo sta lavorando a questa piattaforma che permette a chiunque di analizzare le performance SEO del proprio sito, portandosi dietro tutte le competenze e gli insegnamenti imparati dalla chiusura di Sapury.


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28. La rivista che racconta una Sicilia non convenzionale e – per fortuna anche – vera.



Non so quanti di voi siano appassionati di riviste cartacee. E per riviste non intendo i rotocalchi di moda o pettegolezzi, mi riferisco a progetti editoriali curatissimi in ogni aspetto: scrittura, immagini, tipo di carta, ecc…. se pensate che sia un settore morto e sepolto, vi sbagliate di grosso. La crisi c’è, naturalmente, ma quello delle riviste sembra essere il settore che meglio sta rispondendo a questa crisi. La regola sembra essere semplice (almeno a parole): qualità dei contenuti e della forma, nient’altro. Tra le tante riviste – che spesso si trovano più in libreria che in edicola – ce n’è una che parla di Sicilia. Se pensate a ciò che vedete di solito, beh, siete di nuovo fuori strada. Perché la rivista di cui vi parlo in questo podcast racconta una Sicilia diversa, non convenzionale.

Suq. The Eye of God from Suq. Magazine on Vimeo.

La Sicilia non convenzionale di Suq.

La rivista è Suq. e ne parlo in questo podcast con Francesco Blancato, uno dei fondatori del progetto. Suq. va alla ricerca di quella Sicilia lontana dagli stereotipi e se avete la fortuna di sfogliare il numero zero (a giorni dovrebbe uscire il numero 1) ve ne renderete conto da voi stessi. C’è il sole, c’è il mare, ma con un gusto e un’atmosfera che raramente potete trovare in altri giornali. Non per niente gli autori dichiarano che Suq. nasce dalla nostalgia di una terra che (solo alcuni di loro e non tutti per sempre) hanno dovuto abbandonare e che, nonostante tutto, non è affatto perduta, come spesso si sente dire in giro.

La citazione sulla Sicilia di Francesco

La Sicilia raccontata da Suq. è non convenzionale anche per questo e naturalmente la rivista agisce come vetrina per un mondo che esiste e esige un proprio racconto. Un racconto che si stacca dalle pagine di carta e finisce su Instagram, nei video pazzeschissimi (vedete su) e finisce anche nelle accademie d’arte. Uno dei progetti portati avanti dalla redazione di Suq. si è svolto proprio in collaborazione con chi si occupa di insegnare l’arte in Sicilia. Agli studenti è stato chiesto di disegnare un simbolo della regione che si scostasse dallo stereotipo comune. Cosa ne è venuto fuori? Dobbiamo aspettare il prossimo numero di Suq. per scoprirlo: tutto il resto è raccontato da Francesco in questo podcast. In campo c’è ancora una collaborazione con Abadir e un sacco di storie da raccontare. È una Sicilia bella e non convenzionale quella raccontata da Suq. e per fortuna è anche vera.


La foto di copertina è di Alessandra Lucca, via.

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27.Perché la vittoria di T4i all’IMSA e l’interesse per la New Space Economy è bel segno per l’Università italiana.



È lo spinoff dell’università di Padova, T4i Space tech for innovation, il vincitore assoluto dell’edizione 2018 dell’Italian Master Startup Award. L’azienda, che studia e progetta propulsori e si muove nel campo della New Space Economy, ha convinto i giudici di tutti e quattro i premi che annualmente vengono assegnati durante questa manifestazione. Ne abbiamo parlato con il prof. Daniele Pavarin, il CEO di T4i.

La New Space Economy, un mercato in espansione.

Che la New Space Economy sia un mercato in forte espansione lo conferma anche il nostro ospite. Il prof. Pavarin dice anche che l’Italia è leggermente indietro in Europa, anche se ultimamente sta cercando di invertire la rotta. Innanzitutto la vittoria di T4i all’IMSA non può passare inosservata e può essere considerato un segnale dell’interesse che l’impresa ha nei confronti di questo mercato. Un mercato che per sua natura è caratterizzato da una forte componente scientifica e di ricerca: quindi quale terreno migliore per uno sviluppo che arriva dal mondo accademico? In più è di qualche settimana fa la notizia della costruzione di uno spazioporto in Puglia (notizia ripresa da tanti giornali e che è stata oggetto anche di sfottò), che, come anche sottolinea il nostro ospite, rappresenta solo la punta dell’iceberg visto il gran movimento di idee e investimenti che ultimamente riguarda questo mercato. Possiamo quindi dire che la New Space Economy sia il prossimo terreno di conquista del mondo accademico? T4i con l’università di Padova già da tempo sta percorrendo questa strada.

La citazione di Daniele su Università e New Space Economy

Dall’ingegneria meccanica alla la New Space Economy.

Una strada che ha aperto lo stesso prof. Daniele Pavarin che è partito dai suoi studi di ingegneria meccanica e che ha trasformato la sua passione nello spazio nel suo oggetto di ricerca prima e in una azienda poi. E le prospettive sono ovviamente di crescita, visti i premi vinti e le prospettive di espansione all’Estero che anche grazie all’IMSA si sono fatte più concrete.
La vita dello spin-off si integra bene con il lavoro di ricerca che il professore porta comunque avanti e anzi, come dice lui stesso, lo rende più vicino alla realtà perché ogni giorno bisogna confrontarsi con il mercato. E non nasconde, in chiusura, quanto norme un po’ più flessibili per la ricerca e per il confronto con le aziende possa a suo avviso far bene all’Università Italiana, ente ricco di idee e risorse.

L’Italian Master Startup Award 2018.

L’IMSA è il premio promosso da PNICube che va a riconoscere gli effettivi risultati conseguiti dalle startup nate in ambito accademico nei loro primi anni di vita. L’edizione 2018 si è svolta nel campus Unical dell’università della Calabria. Già da qualche anno Start Me Up ha l’onore di essere tra i media partner e negli anni passati vi ha raccontato le edizioni di Palermo e di Novara.


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26. Crederci, voce del verbo startup



Facciamo un salto a Milano ma solo perché l’ospite dell’ultimo appuntamento di Startup Grind Napoli arriva da lì. Stiamo parlando di Marianna Poletti, fondatrice e CEO di Just Knock, startup che affronta il tema del recruiting in modo innovativo: assumere il personale non in base al proprio curriculum ma in base all’apporto che il dipendente può dare all’azienda in termini di progetti e soluzioni. Un approccio che sta dando i suoi frutti visto che in questi anni numerose multinazionali stanno adottando il metodo Just Knock (e Marianna ci fa anche qualche esempio).
Dopo aver parlato della sua idea di impresa, Marianna ci racconta il percorso che l’ha portata a creare la sua startup. E in questa sua esperienza ritroviamo l’intuizione che ha dato il via al processo creativo che l’ha portata a essere founder di Just Knock, ma anche la sua forte volontà nel voler prendere in mano la propria vita e rischiare qualcosa per un progetto in cui crede tutt’ora.

La citazione di Marianna di Just Knock

Uomo o donna, l’importante è crederci davvero.

Nell’ultima parte dell’intervista a Marianna Poletti infine non possiamo non parlare della sua esperienza di donna imprenditrice, visto che il tema dell’appuntamento di Startup Grind Napoli verteva anche su questo. Quello di Marianna è un punto di vista equilibrato. Se da una parte è innegabile dire che esistono gli strumenti per chiunque abbia intenzione di fare impresa, dall’altra è anche vero che solo il credere a sufficienza nel proprio progetto è l’unica vera spinta che ti permette di andare avanti, uomo o donna che tu sia. Un messaggio che, seppur possa apparire scontato, dovremmo ripetere più spesso.


Foto di copertina di Clark Tibbs trovata su Unsplash

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25. I big data al servizio del marketing



I big data al servizio del marketing: è questa l’intuizione che sta dietro crystal.io, piattaforma creata e distribuita da iGenius. La startup è stata fondata da Uljan Sharka, ospite di questo podcast di Start Me Up. Uljan ci permette di capire il valore di questi elementi in un momento in cui “big data” è uno dei grossi temi su cui il mondo dell’innovazione ruota. iGenius permette alle aziende di sfruttare tutto il potenziale dei dati nelle strategie di marketing, permettendo di veicolare il messaggio quando e dove serve. Se lo fa è grazie all’intelligenza artificiale che sta dietro crystal.io, un software capace di agire ma soprattutto imparare dagli stimoli che riceve dal mondo esterno.
Parlando di dati non possiamo non toccare il tema della privacy: un aspetto collegato solo fino a un certo punto, visto che il modo in cui crystal.io li gestisce non arriva a intaccare la vita privata degli utenti.

la citazione su big data e eventi di Uljan

Web Marketing festival di Rimini: come sfruttare al meglio questa occasione.

Uljan Sharka sarà anche uno degli speaker del prossimo Web Marketing festival di Rimini, l’evento sul marketing digitale che si svolgerà nella città adriatica tra il 21 e il 23 giugno prossimo. E chi meglio di lui può parlarci di questo evento e di come poterlo sfruttare al meglio per la crescita della propria startup? Il successo di iGenuis passa infatti da una partecipazione a un Techcrunch San Francisco, un evento che ha segnato una vera e propria svolta nella storia imprenditoriale di Uljan e del suo team. È quindi d’obbligo chiedere a lui cosa fare quando si decide di prendere parte a eventi simili, soprattutto se sono così ricchi di spunti come il Web Marketing Festival.

Se volete saperne di più sul festival, vi basta leggere quello che abbiamo scritto qui, mentre tutte le informazioni su ciò che fa iGenius e il sistema cristal.io sono sui rispettivi siti.


Foto di copertina di Markus Spiske trovata su Unsplash

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24. Speciale Trasformatorio 2018



Ci siamo fatti un giro a Giampilieri, il borgo di Messina (Sicilia) in cui in questi giorni si sta svolgendo Trasformatorio, la residenza d’artista/laboratorio artistico pensato da Federico Bonelli e di cui Start Me Up è partner. Quello che ne è venuto fuori è un piccolo audio-doc che cerca di raccontare quello che sta accadendo in questi giorni nel borgo siciliano.

Cosa è Trasformatorio?

Per capire meglio di cosa parliamo quando parliamo di Trasformatorio vi conviene ascoltare il podcast 29 della passata stagione di Start Me Up: in quella occasione abbiamo parlato abbondantemente con il direttore artistico, Federico Bonelli.

Clicca per ascoltare il podcast dedicato a Trasformatorio 2017

Clicca sull’immagine per ascoltare il podcast dedicato a Trasformatorio 2017

Cosa si è detto durante la conferenza stampa di presentazione di Trasformatorio 2018.

Trasformatorio è probabilmente la prima residenza d’artista della città di Messina ed è una manifestazione pensata e creata dall’artista Federico Bonelli, romano che vive a Amsterdam da circa 15 anni con origini messinesi (il nonno ha vissuto il dramma del terremoto del 1908). È lui che da quattro anni sceglie la Sicilia per realizzare Trasformatorio (le precedenti edizioni si sono svolte a Montalbano Elicona e a Scaletta Zanclea). Durante la conferenza stampa di presentazione ha spiegato di aver pensato questa manifestazione come un laboratorio che permettesse a artisti di apprendere il sapere artigiano; e dove andarlo a cercare, questo sapere, se non nei piccoli borghi e paesini della Sicilia?

Trasformatorio arte luoghi maker

Trasformatorio come sintesi del lavoro sulla cultura di un territorio.

Prima di lui un entusiasta Federico Alagna – l’assessore alla cultura del Comune di Messina – ha raccontato come Trasformatorio fondesse i cinque assi su cui tutto l’assessorato della cultura ha da sempre immaginato il proprio lavoro su Messina. Grazie a Trasformatorio è possibile focalizzarsi infatti sul rapporto tra centro e periferia, con una rivalutazione di quest’ultima. Si parla inoltre del rapporto che la città intera ha con la scuola, grazie al coinvolgimento attivo dell’istituto comprensivo di S. Margherita e degli studenti che collaboreranno con gli artisti nel corso dei prossimi giorni. Trasformatorio mette inoltre al centro la questione degli spazi da riscoprire che, in un luogo come Giampilieri, assume un significato ancora più grande. Lo hanno sottolineato anche Donatella Manganaro e Ivan Tornesi, rispettivamente presidente dell’associazione Giampilieri 2.0 e della Pro Loco Messina Sud, che hanno accolto positivamente questo evento per dare un’immagine nuova e certamente positiva del borgo dopo la terribile tragedia del 2009. Un’occasione quindi per mostrare alla cittadinanza intera i lavori di riqualificazione da poco conclusisi. Infine, non ultimo, Trasformatorio aggiunge un tassello importante nel processo di internazionalizzazione della città di Messina, che per dieci giorni ospiterà artisti che da ogni parte del mondo vivranno e lavoreranno insieme, mischiandosi anche alla gente del posto.

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Trasformatorio è possibile grazie al coinvolgimento di numerose associazioni e enti locali. Tra tutti, l’associazione Siddharte che ha sposato il progetto sin dalla prima edizione e che ha fatto da collante sul territorio tra tutti gli attori coinvolti. Un lavoro, quello di Trasformatorio, focalizzato su un territorio preciso che permette, tra le altre cose, di riscoprire l’appartenenza ad esso. Un aspetto non da poco, sottolineato dal prof. Pierpaolo Zampieri, membro dell’assessorato collettivo alle culture “Antonello”, che ha concluso il suo intervento mettendo in luce l’importanza dell’appartenenza, elemento essenziale di ogni territorio.

Leggi le traduzioni delle parti in inglese del podcast

Foto di copertina: Giuseppe Morgana (instagram)


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23. Authentico e la lotta contro i fake alimentari



Contro le fake news stiamo lottando ancora ma sui fake alimentari possiamo contare su una nuova arma. In Campania c’è chi vuole difendere il made in Italy in campo alimentare con Authentico, una app che grazie al crowdsourcing vuole scovare tutti quei cibi che non sono prodotti in Italia. Oltre Authentico, è nato anche il cosiddetto Osservatorio dell’Italian Sounding, un ente che va a caccia di tutti quei prodotti che “suonano” italiano ma che in realtà hanno ben poco a che fare con il nostro paese.

Un approccio nuovo, ci dice Pino, alla lotta contro questi fake alimentari perché per la prima volta non si parte da consorzi o etichette, ma si chiede il diretto coinvolgimento dei consumatori, prime vittime di questi imbrogli. Dopo di loro ci sono anche le aziende italiane – quelle vere – che sono penalizzate enormemente da prodotti falsi in termini economici e poi di immagine. Conseguenze che si abbattono sull’intera categoria di prodotti che rischia di perdere quel prestigio per cui è riconosciuta in tutto il mondo.

La citazione di Pino di Authentico

Cosa possiamo imparare dalla storia di Authentico?

Authentico nasce dopo circa tre anni di studi sul mercato del cibo italiano e dei meccanismi dell’export e dell’import italiano e non. Come dice Pino nell’intervista, c’è voluto tanto lavoro di ricerca, tante interviste a esperti del settore e di economia per pensare a un prodotto che potesse rispondere a una problematica sentita e che ha dei risvolti economici importanti. È lo stesso Pino a dirci che negli ultimi anni il mercato dei fake alimentari ha fatturato circa 70 miliardi di euro, contro i 40 di quelli dei prodotti autentici. È un fenomeno da non sottovalutare.

Authentico e tutta la sua community sono pronti a fare la loro parte ed essere un’arma in più contro i numerosi fake alimentari che nascono ogni giorno e in ogni mercato del mondo. Il tutto a sostegno delle aziende italiane e, ovviamente, del buon cibo.


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