I rifiuti sanitari? Finiscono in un elettrodomestico Re3Cube è il progetto che si aggiudica il Premio Iren Cleantech & Energy al PNI 2016



L’ambizione di Re3Cube è alta: il loro prodotto è la soluzione definitiva per lo smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi. Se al momento infatti i rifiuti finiscono in un contenitore apposito che viene ritirato con cadenza mensile e vengono smaltiti in pochi inceneritori specializzati, Re3Cube si propone come un’alternativa valida. Perché? Perché Re3Cube è un dispositivo simile a un elettrodomestico che sterilizza sul posto i rifiuti e viene controllato da remoto, azzerando di fatto il rischio infettivo e semplificando la gestione dell’intero ciclo di smaltimento. L’idea che in questo podcast ci viene presentata da Renato Lacroce e Alberto Bert si è aggiudicata il Premio Iren Cleantech & Energy durante la XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione e può contare su un team eterogeneo e molto qualificato che lavora da tempo nel settore sanitario.

Come funziona Re3Cube

Di Re3Cube esistono al momento solo dei prototipi che sono stati affidati a alcuni studi dentistici per alcuni test. Il team conta comunque di mettere il dispositivo in commercio entro il 2017. Per restare aggiornati basta seguire il sito re3cube.com o la pagina LinkedIn.


È possibile sfruttare il mare rispettando l’ambiente? È la sfida di ResourSEAs


Il Premio Nazionale per l’Innovazione 2016

La XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare business plan competition italiana, è organizzata come sempre da PNICube ed è stata ospitata quest’anno dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Il PNI – a cui concorrono i migliori progetti d’impresa innovativa vincitori delle 16 StartCup regionali che coinvolgono oltre 40 tra università, incubatori e istituzioni – ha visto quest’anno la partecipazione di 3.440 neoimprenditori, per un totale di 1.171 idee e 511 business plan presentati. I vincitori sono stati selezionati tra le 65 startup finaliste da una qualificata Giuria composta da 48 esponenti d’eccellenza del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital, sulla base di criteri come originalità dell’idea imprenditoriale, realizzabilità tecnica, interesse per gli investitori, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.

Ne avevamo parlato qui, ma se vuoi puoi leggere il comunicato stampa ufficiale per conoscere anche i vincitori delle menzioni speciali.

La citazione di Renato

Renato Lacroce di Re3Cube

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Il mare? Una fonte inesauribile per ResourSEAs Il progetto palermitano ha vinto il il Premio BPER Banca INDUSTRIAL al PNI 2016



Che il mare sia una fonte di energia è abbastanza noto, ma i ragazzi di ResourSEAs si sono certamente spinti un po’ più in la. Come precisa Alessandro Tamburini, ospite di questo podcast dedicato alla XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, ResourSeas valorizza il mare sfruttando tutto ciò che è possibile estrarre, naturalmente nel pieno rispetto della natura. Un vero e proprio ciclo integrato che permette di ottenere:

  • acqua dolce attraverso la dissalazione dell’acqua di mare;
  • sale (con un incremento della produzione del 30%) sfruttando gli scarti della dissalazione;
  • idrossido di magnesio sfruttando gli scarti ottenuti dal precedente processo;
  • energia elettrica sufficiente per tenere in piedi tutto il ciclo, ottenuta anche in questo caso dagli scarti dell’ultimo processo in elenco.

Il magnesio è il core business di ResourSEAs

Di tutto il processo è il magnesio il core business di ResourSEAs dice Alessandro perché è un minerale ad altissimo valore aggiunto e al momento la Comunità Europea lo esporta dalla Russia e dalla Cina. Secondo i calcoli di Alessandro se ogni salina del Mediterraneo avesse un impianto ResourSEAs, l’Europa potrebbe soddisfare il proprio fabbisogno interno di magnesio. Inoltre il minerale estratto dal sale marino è molto più puro di quello che proviene dai paesi extraeuropei che invece lo estraggono in miniera e non avrebbe perciò bisogno di essere raffinato.

I prossimi passi di ResourSEAs

ResourSEAs si è aggiudicato il Premio BPER Banca INDUSTRIAL durante la XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione e adesso il team è al lavoro per realizzare il primo impianto sperimentale nei pressi delle Saline di Trapani. In base a come andranno le varie fasi di sperimentazione, si aumenterà gradualmente la quantità di prodotto estratto, arrivando fino a 4mila tonnellate. Al momento non esiste un sito, ma presto sarà on-line con tutte le novità www.resourseas.eu.


Cubbit, il cloud storage nato in un Airbnb, leggi la loro storia


Il Premio Nazionale per l’Innovazione 2016

La XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare business plan competition italiana, è organizzata come sempre da PNICube ed è stata ospitata quest’anno dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Il PNI – a cui concorrono i migliori progetti d’impresa innovativa vincitori delle 16 StartCup regionali che coinvolgono oltre 40 tra università, incubatori e istituzioni – ha visto quest’anno la partecipazione di 3.440 neoimprenditori, per un totale di 1.171 idee e 511 business plan presentati. I vincitori sono stati selezionati tra le 65 startup finaliste da una qualificata Giuria composta da 48 esponenti d’eccellenza del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital, sulla base di criteri come originalità dell’idea imprenditoriale, realizzabilità tecnica, interesse per gli investitori, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.

Ne avevamo parlato qui, ma se vuoi puoi leggere il comunicato stampa ufficiale per conoscere anche i vincitori delle menzioni speciali.

La citazione di Alessandro

Alessando Tamburini di Resourseas

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Cubbit, il cloud storage che è nato grazie a Airbnb Il progetto ha vinto il Premio growITup ICT al PNI 2016



Cubbit, si presenta come valida alternativa ai servizi di Cloud Storage attualmente in commercio. Il nome deriva dall’unione dei termini cubby (ripostiglio) e bit (l’unità di misura dell’informatica) – per questo motivo si legge Cabbit – e alla XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione si è aggiudicato il Premio growITup ICT. Stefano Onofri spiega ai microfoni di start Me Up che Cubbit è una soluzione di cloud distribuito che permette all’utente di abbattere i costi di archiviazione (con un account free di dropbox, per dirne una, avete solo 2 GB a disposizione), con una serie di vantaggi connessi che potete conoscere se ascoltate l’intervista che chiude questo undicesimo podcast di Start Me Up. Una menzione speciale va fatta sulla privacy che è garantita da Cubbit in due modi: essendo una piattaforma di cloud distribuito la gestione della password è a uso esclusivo degli utenti. Inoltre i file da archiviare vengono divisi e depositati in vari hard disk, evitando così in caso di eventuali attacchi che un file possa essere violato.

Il progetto nato grazie ai soldi ricavati dagli affitti di Airbnb

Cubbit è riuscito a muovere i primi passi grazie a Airbnb perché il team per autofinanziarsi ha rimesso a nuovo un appartamento di uno dei soci e lo ha adibito a ufficio di giorno e a stanze da affittare attraverso la piattaforma di sharing economy durante le notti. Questo ha dato loro la possibilità di avere dei soldi da poter investire nel progetto.

Cubbit sarà presto in vendita ma se vi aspettate una sorta di elettrodomestico vi sbagliate di grosso: il cuore del progetto è nel software che il team fa girare su un Raspberry Pi che può essere acquistato su Amazon a meno di 50 €. Se già se ne possiede una, allora potrete partecipare alla fase di pre-market: basta fare esplicita richiesta su cubbit.net.


Panoxyvir, non un semplice spray nasale


Il Premio Nazionale per l’Innovazione 2016

La XIV edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare business plan competition italiana, è organizzata come sempre da PNICube ed è stata ospitata quest’anno dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Il PNI – a cui concorrono i migliori progetti d’impresa innovativa vincitori delle 16 StartCup regionali che coinvolgono oltre 40 tra università, incubatori e istituzioni – ha visto quest’anno la partecipazione di 3.440 neoimprenditori, per un totale di 1.171 idee e 511 business plan presentati. I vincitori sono stati selezionati tra le 65 startup finaliste da una qualificata Giuria composta da 48 esponenti d’eccellenza del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital, sulla base di criteri come originalità dell’idea imprenditoriale, realizzabilità tecnica, interesse per gli investitori, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.

1,5 milioni di euro il montepremi complessivamente erogato: oltre 500.000 euro in denaro e circa un milione in servizi, offerti dagli Atenei e dagli incubatori soci di PNICube. E, per la prima volta, tutti e quattro i premi settoriali, dell’ammontare di 25.000 euro ciascuno, hanno avuto un main sponsor, segnale estremamente positivo a testimonianza della crescente apertura delle imprese all’Open Innovation.

Leggi il comunicato stampa completo per conoscere anche i vincitori delle menzioni speciali.

La citazione di Stefano

Stefano Onofri di Cubbit

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Cultura Crea: ci sono ancora fondi per fare impresa al Sud Italia Attivo da settembre, i fondi saranno disponibili per tutto il 2017



C’è ancora tempo per partecipare a Cultura Crea, il bando di Invitalia pensato per le aziende che vogliono investire in progetti culturali e nel turismo al Sud Italia. Ne parlo con il primo ospite di questo decimo podcast, Paolo Massimi, responsabile dell’area di sviluppo delle piccole e medie imprese di Invitalia. Cultura Crea rappresenta una vera e propria svolta nel campo dei finanziamenti per le imprese culturali perché per la prima volta il Governo attraverso Invitalia permette a aziende di investire in progetti destinati a promuovere la cultura e il turismo, senza passare dal vincolo delle Sovrintendenze.

Quale agevolazioni dà Cultura Crea

Cultura crea è un bando a sportello – significa che è attivo fin quando ci sono i soldi – che permette alle imprese nuove o già formate di accedere a agevolazioni che coprono l’80% del capitale necessario per avviare l’impresa. di questi il 40% è concesso a fondo perduto, l’altro 40 è concesso con una finanziamento agevolato a tasso zero. Sul piatto ci sono circa 107 milioni di euro.

A chi si rivolge Cultura Crea

Il bando è pensato per le imprese nate entro i 36 mesi dalla richiesta del finanziamento che vogliono scommettere su progetti culturali e turistici e che risiedono nelle regioni Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Al bando possono partecipare anche gruppi di persone che intendono costituirsi in impresa (da formalizzare entro i 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni) e le imprese sociali e ONLUS che lavorano nel terzo settore. Le associazioni culturali sono escluse da questo bando.

Dove trovare maggiori informazioni su Cultura Crea

Durante l’intervista Paolo Massimi invita gli ascoltatori a leggere la normativa completa sul sito di Invitalia. Lì vengono indicate anche le tipologie di imprese che possono accedere al finanziamento e tutta la modulistica che andrà presentata online.

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Sicilia Game Contest è il secondo argomento del decimo podcast di Start Me Up. Scopri di più

La Sicilia in un gioco, la sfida di E-ludo Lab L'associazione ha lanciato Sicilia Game Contest



Sicilia Game Contest è la gara rivolta a ragazzi tra i 14 e i 24 anni pensata da E-ludo Lab, l’associazione siracusana che dal luglio 2010 promuove la cultura del videogioco in tutta la Sicilia e l’Italia. Ne parlo con Ambra Bonaiuto che torna a trovarci a Start Me Up per parlare di questa nuova iniziativa che nasce grazie al bando regionale creAZIONE Giovani.

In cosa consiste Sicilia Game Contest?

Sicilia Game Contest vuole stimolare la creatività dei ragazzi e chiede loro di creare un videogioco che abbia come tema principale tradizioni, miti ed episodi della cultura della Regione Sicilia. I ragazzi possono costituirsi in team (che non devono superare le sei persone) e nello sviluppo saranno aiutate dai giudici selezionati da E-ludo Lab. I team lavoreranno fino a marzo e al termine del percorso potranno presentare il proprio progetto durante un evento appositamente organizzato.  Le opere migliori verranno premiate con prodotti hardware e/o software per un valore complessivo di mercato di circa 3.000 € e ai vincitori verrà, inoltre, fornita assistenza e consulenza alla pubblicazione sul mercato digitale globale.

Chi può partecipare a Sicilia Game Contest?

Come già scritto Sicilia Game Contest è aperto a tutti i ragazzi che hanno un’età che va dai 14 ai 24 anni e i partecipanti devono risiedere o avere il domicilio in Sicilia. Non sono necessari particolari titoli di studio o competenze, basta avere la voglia di prendere parte a un progetto nuovo.

Le iscrizioni si sono aperte lo scorso 28 novembre e si chiuderanno il 28 dicembre: informazioni e moduli per l’iscrizione sono su www.siciliagamecontest.it.

Global Game Jam – Catania Chapter

global-game-jam-ct-2017

In chiusura Ambra ricorda agli ascoltatori di Start Me Up che proprio ieri si sono aperte le iscrizioni all’edizione catanese della Global Game Jam. L’evento organizzato per l’ottavo anno da E-ludo Lab permette a programmatori, creativi e musicisti di creare un videogame in sole 48 ore. È una sfida che si svolge in contemporanea in altre città in tutto il mondo che lavoreranno a su un unico tema. L’evento si svolgerà dal 20 al 22 gennaio 2017 e a Catania verrà ospitato all’interno dell’incubatore TIM WCAP. Per iscriversi e avere tutte le informazioni basta andare su catania.globalgamejam.it.

La citazione di Ambra

Ambra Bonaiuto di E-ludo Lab

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Nella terza parte del decimo podcast di Start Me Up si parla de La Scuola Open Source. Scopri di più

La progettazione aperta de La Scuola Open Source Dopo un anno torniamo a Bari per farci raccontare come è nata la SOS



Ho già parlato della Scuola Open Source, uno dei progetti che ha vinto il bando Che Fare del 2016, all’indomani della premiazione quando cioè tutto doveva ancora iniziare. Lo scorso 22 novembre la Scuola ha finalmente aperto i battenti, dopo un periodo di progettazione che ha visto coinvolte molte persone. Quale migliore occasione per capire come hanno lavorato i ragazzi di Bari? Ne parlo con Alessandro Tartaglia nell’ultima parte di questo ottavo podcast.

Progettazione partecipata: il workshop di luglio

Dall’ultima volta che ho sentito Alessandro (un anno fa circa) i ragazzi hanno messo in piedi l’impresa e reperito i fondi del premio. A quel punto è iniziato un lungo lavoro di progettazione che è culminato con un workshop di dodici giorni che ha richiamato a Bari persone da tutta Italia che insieme hanno co-progettato la scuola open source.

I lavori del workshop hanno visto tre gruppi distinti (uno dedito al design, un altro all’ingegneria gestionale e dei processi, uno dedicato all’hardware e al software) che hanno interagito e prodotto una mole di dati che in seguito è stata elaborata a partire da settembre e ha permesso di progettare i rapporti che la scuola avrà con persone e enti che vorranno collaborare e proporre dei progetti.

Qual è l’offerta formativa de La Scuola Open Source?

L’offerta formativa sarà garantita proprio da questo dialogo costante tra i componenti interni, i soci e gli enti terzi che potranno proporre i corsi più disparati. Adesso partiranno le prime lezioni (che saranno a pagamento), mentre gli spazi della scuola saranno disponibili per eventi che resteranno gratuiti.

La Scuola Open Source ha sede a Bari, in Strada Lamberti 16. Il sito dove trovare tutte le informazioni è lascuolaopensource.xyz.

La citazione di Alessandro

Alessandro Tartaglia Scuola Open Source

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Nel decimo podcast di Start Me Up si parla di Cultura Crea. Scopri di più

foto di copertina, via 

Nelle relazioni c’è il futuro del turismo Seconda parte dello speciale di Start Me Up dedicato a TravelTech



Il mercato del turismo sarà sempre più incentrato sulle relazioni e le esperienze. È più o meno questo il parere di Stefano Ceci, membro del Comitato Permanente del Governo per la Promozione del Turismo che ha aperto il panel degli interventi ascoltati durante TravelTech, Nuove opportunità di Business per il turismo. L’evento che rientra nel GIOIN, si è svolto il 24 novembre presso l’incubatore palermitano di Digital Magics.

Il secondo podcast dello speciale che Start Me Up ha dedicato all’appuntamento si apre proprio con le parole di Ceci che nel suo intervento ha mostrato lo stato dell’arte del mercato del turismo e ne ha fatto una previsione nei prossimi dieci anni. Il bilancio non è affatto negativo come si potrebbe pensare: c’è una profonda modifica in atto che porterà con molta probabilità a una nuova centralità degli operatori turistici, oggi vittime dei grossi colossi dell’online. Se negli anni passati i gestori di strutture ricettive hanno sostanzialmente affittato la propria reception online da un grosso colosso, nei prossimi anni tutto si giocherà sulle esperienze offerte e sul tipo di relazione che tra gestori e ospiti. Ci sono già dei segnali in questa direzione: due di questi li abbiamo visti a Palermo.

 

Ascolta la prima parte dello Speciale di
Start Me Up dedicato a TravelTech

 

Tikidoo di Livio La Mattina offre esperienze viaggio per intere famiglie. Il progetto partito ad aprile ha conquistato numerose famiglie nel giro di pochissimo tempo. Il segreto? Riuscire a offrire esperienze che possano andare bene a visitatori di ogni età. Partiti con un esperimento su Roma, Tikidoo ha conquistato altre città d’arte e adesso punta alla digitalizzazione. Allo studio ci sono infatti applicazioni che sfruttano la realtà aumentata che permettano di offrire esperienze di viaggio anche senza la guida in carne e ossa. Per conoscere meglio il servizio basta andare su tikidoo.com

Nasce come costola di ScuolaZoo e si rivolge a studenti SGTour, agenzia specializzata in viaggi per studenti del quinto anno di scuola superiore che sono alla ricerca della “must experience”. Se anche a voi questo termine non dice nulla, non preoccupatevi, Benny Pagnin spiega per bene il concetto durante l’intervista. Si tratta di quei viaggi che i ragazzi vogliono affrontare almeno una volta nella vita, quelli che mettono insieme la soddisfazione di aver affrontato un percorso lungo come la scuola con la consapevolezza che davanti a loro ci sia l’università in Italia o all’estero. SG Tour si occupa della gestione del viaggio in ogni aspetto, incluso il periodo che precede il viaggio e quello che segue, quando i ragazzi tendono a mantenere i contatti. Un aspetto fondamentale, visto che si parla di community online che si incontrano di persona solo durante il viaggio. C’è quindi una forte componente generazionale su cui SGTour agisce e che fa presa sul pubblico di riferimento. Tutti i riferimenti sono su scuolazooviaggi.com.

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Le citazioni degli ospiti

Le startup che innovano nel campo del turismo L'appuntamento del GIOIN ha fatto tappa a Palermo lo scorso 24 novembre



Scoprire in che direzione sta andando il turismo in Italia, ecco l’intento di TravelTech, Nuove opportunità di Business per il turismo. L’evento si è svolto lo scorso 24 novembre presso l’incubatore Digital Magics Palermo e rientra nel circuito GIOIN, Gasperini Italian Open Innovation Network.

Nella prima parte dello speciale di Start Me Up è Alessandro Arnetta – a capo dell’incubatore palermitano di via Lincoln 21 – a fornire una panoramica dell’evento palermitano. Successivamente spazio alle startup presenti che hanno avuto la possibilità di illustrare ciò che stanno realizzando ognuno nei rispettivi ambiti.

 

Monitoraggio del mercato e gestione dei pagamenti; ecco cosa fa chi innova nel campo del turismo in Italia

 

Dopo l’intervento di Arnetta, si alternano ai microfoni di Start Me Up:

Fabio Cantone di Hotelbrand, piattaforma che offre una panoramica del mercato delle strutture ricettive attraverso specifiche variabili: prezzo delle camere, reputazione della struttura ricettiva e analisi delle destinazioni. Il servizio viene veicolato in modalità freemium e chiunque avesse una struttura ricettiva può iscriversi gratuitamente su hotelbrand.com.

Holapp invece è un sistema di pagamento che sfrutta la tecnologia NFC. Come spiega Gianluca Vatore ai microfoni di Start Me Up, il servizio ha avuto un enorme successo nei villaggi turistici, perché permetteva agli ospiti di pagare in tutta tranquillità usando un semplice gadget (e senza quindi monete o oggetti vari) e i gestori di queste strutture che hanno visto aumentare il proprio fatturato del 20% circa. Allo studio c’è una app dedicata che possa permettere un vero e proprio dialogo con i gestori della struttura e avere così la possibilità di ordinare i propri pasti o servizi direttamente dal proprio smartphone.
Tutte le info su questa soluzione sono su studiovatore.com o hol-app.com.

Infine chiude il podcast Claudio Cubito che con Growish digitalizza la raccolta di denaro in vista di un avvenimento. Non più circolazione di contanti o diffusione dei vari iban, basterà registrarsi al sito e indicare agli interessati un semplice link. I soldi una volta raccolti potranno poi essere utilizzati per acquisti, o versati direttamente sul conto del destinatario del regalo.
Sulla stessa linea di prodotto, ma fortemente focalizzato sul mondo delle nozze è listanozzeonline.com. Il funzionamento è uguale a quello indicato in precedenza ma con in più una serie di funzionalità specifiche come la creazione di un sito dedicato alla coppia, la possibilità di aggiungere foto e di interagire con gli ospiti.
Quello delle nozze è un mondo che ha già confidenza con questa metodologia di raccolta di denaro: seppur in maniera poco strutturata già da tempo gli operatori del settore permettono agli invitati di versare le proprie quote direttamente online. Diverso è il discorso per le collette generiche, dove la strada da fare è ancora tanta, ma non per questo meno interessante.

Ascolta adesso la seconda parte dello
Speciale su TravelTech

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Le citazioni degli ospiti

Il crowdfunding per prendere il volo Iron Wings, ultima fatica di Naps team si svolge sui cieli di Messina ed è staff pick su Kickstarter



A Start Me Up prendiamo a cuore le campagne crowdfunding, sopratutto se sono di aziende amiche come Naps Team. Per questo motivo il nono podcast inizia parlando di Iron Wings, ultima fatica della casa di produzione di videogiochi messinese, che in questi giorni è impegnata in una campagna su kickstarter. «Iron Wings è un videogioco arcade che si ispira ai migliori titoli del genere lotta aerea» spiega a Start Me Up Domenico Barba, anima e braccio dell’azienda messinese.

Una storia di amicizia durante la Seconda Guerra Mondiale

La storia si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale e ha per protagonisti due soldati, Jack e Amelia, le cui vicende personali si intrecceranno con fatti storici realmente accaduti. È importante sottolineare questo aspetto perché uno dei combattimenti del videogioco si svolge proprio sui cieli di Messina, «un tributo doveroso nei confronti della nostra città» dice Domenico. Sui cieli dello Stretto si è infatti svolta parte dell’operazione Husky che ha permesso agli Alleati di cacciare le truppe naziste dall’isola. Ma questa è solo una delle citazioni di un videogioco che è costruito con dovizia di dettagli e cura dei particolari.

Come contribuire al crowdfunding

Iron Wings è al centro di una campagna di crowdfunding su kickstarter: il goal è ambizioso 100 mila euro, ma nei primi giorni il Naps Team ha potuto contare su una folta schiera di appassionati (qualche giorno fa è arrivato il premio Staff Pick da parte del portale). Tutti possono contribuire: le donazioni vanno dai 5 ai 7.000 euro, con diverse ricompense (ad eccezione della donazione di 5 euro, vi portate sempre il gioco a casa). Cosa aspettate a fare la vostra parte?

La citazione di Domenico

Domenico Naps Team Iron Wings

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Macingo, la startup dei trasporti ha un solo obiettivo: crescere Dopo aver contattato il vincitore del SuperEnalotto sono alla ricerca di un investitore



Qualche settimana fa i ragazzi di Macingo hanno fatto parlare di loro perché hanno chiesto al vincitore del SuperEnalotto di Vibo Valentia di diventare il loro business Angel. Ancora del vincitore non ci sono notizie, dice Antonio Bonfiglio, co-fondatore di Macingo e ospite di questo podcast di Start Me Up, ma i ragazzi non perdono le speranze.

Macingo, la startup dei trasporti

Macingo è una startup specializzata nel campo dei trasporti che permette alle persone di trovare il miglior prezzo per la propria spedizione. Il funzionamento è molto semplice: basta andare sul portale, scegliere la tratta di proprio interesse e selezionare la migliore offerta. Il vantaggio di Macingo però non è solo economico: ottimizzando i carichi il risparmio in termini di emissioni di CO2 è notevole.
I ragazzi sono partiti nel 2015 e da allora hanno venduto più di 5000 trasporti.

Un unico obiettivo: crescere in Europa

L’obiettivo per i prossimi anni è crescere ancora: per questo motivo continua la ricerca di un investitore interessato a entrare a far parte della società. Un aumento di capitale permetterebbe a Macingo di realizzare quegli investimenti per poter diventare competitiva in tutta Europa.

Macingo: come mantere i contatti

Per restare aggiornati sul mondo Macingo basta tenere d’occhio il loro sito, il blog molto attivo e aggiornato di continuo con contenuti che ruotano al mondo dei trasporti. E poi i loro canali social facebook e twitter.

La citazione di Antonio

Antonio di Macingo, startup dei trasporti

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