26. Pivot vs. fallimento: la storia di Volumeet



La foto di Massimo di Volumeet che ha fatto pivot con MusifyPiù che un fallimento in questo nuovo appuntamento del ciclo #falliscimeglio raccontiamo una storia di pivot, cioè di un cambio sostanziale nella struttura dell’azienda e del suo modello di business. È la storia di Massimo Morgante, che oggi sta portando avanti Musify, un’app che nasce sei anni fa circa con il nome di Volumeet.

Massimo ai nostri microfoni ripercorre la storia che lo ha portato a creare una startup che mette insieme social network e passione per la musica. Un mercato spesso non semplice, sia per la crisi che vive ormai da tempo e perché legato a logiche interne ben consolidate. Non è infatti un caso che Volumeet abbia cambiato più volte modello di business e abbia deciso, all’inizio di quest’anno, di fare un vero e proprio pivot.

È una storia fatta di caparbietà e tentativi quella che raccontiamo in questo podcast. Una storia che dimostra come la passione e la costanza siano due elementi imprescindibili per chi decide di fare impresa. Massimo, in questi anni, ha imparato a essere più concreto e analitico, chissà quale vantaggio ne trarrete voi che ascolterete il suo racconto.

La citazione di Massimo di Volumeet

#falliscimeglio è la serie di start me up che racconta ciò che chi fa impresa al Sud Italia ha imparato dalla propria esperienza di fallimento. Non stiamo parlando di fallimento in senso giuridico del termine, ma ci riferiamo a tutti quegli errori che ci sono costati cari e di cui è importante trarne vantaggio.

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25. Cargo bike alimentate da energie rinnovabili, se non è mobilità sostenibile questa…



Nasce nel segno della mobilità sostenibile ACC Mobility la startup siciliana che produce cargo bike alimentate da energie rinnovabili. Ne parliamo con Giuseppe Giordano in questo venticinquesimo podcast di Start Me Up.

Cinque modelli di cargo bike

La ACC Mobility oggi ha immaginato cinque diversi usi delle proprie cargo bike:

  • mezzo promozionale, applicando alla struttura degli schermi che possono essere portati all’interno dei centri urbani senza limiti di accesso (pensate alle ztl o isole pedonali);
  • mezzo dedicato allo streetfood, cioè con tutto l’occorrente per cucinare e servire il cibo restando sempre a bordo;
  • mezzo dedicato alla raccolta rifiuti, pensato insieme a una ditta che svolge questo servizio, permette all’operatore di raccoglier ei rifiuti in modo totalmente green:
  • mezzo turistico o risciò, è l’uso forse più classico e molto simile alle macchinine a pedali presenti già in alcune località turistiche: in questo caso abbiamo un mezzo che permette alle persone di usare la pedalata assistita;
  • mezzo da carico: c’è infine una versione da carico classica che può essere personalizzata con i colori della ditta che ne fa richiesta.

Su tutti i modelli la ACC mobility inserisce una serie di funzionalità tecnologiche che al momento non sono disponibili sulle cargo bike classiche e che possono essere alimentate dalle fonti di energia rinnovabili.

Perché puntare sulle cargo bike?

Giuseppe durante l’intervista ci tiene a sottolineare le infinite potenzialità delle cargo bike. Sono infatti delle alternative perfette alle automobili e/o motorini di una ditta che opera nel campo della consegna (giusto per dire una delle categorie a cui si rivolge questa startup). Le capacità di carico sono per lo più le stesse; in più c’è il vantaggio che il consumo è zero (buono per l’ambiente e per la salute di chi le guida) e l’inserimento di energie rinnovabili dota queste cargo bike di una serie di strumenti che non faranno rimpiangere il vecchio mezzo a gasolio/benzina. Inoltre, il mercato a cui ACC mobility si rivolge è in totale espansione e ci sono parecchi margini di crescita, come racconta Giuseppe in questo podcast. Da non sottovalutare infine la possibilità che questi mezzi hanno di raggiungere – proprio grazie alla pedalata assistita – anche zone un po’ più impervie e periferiche in totale sicurezza e relax.

La citazione di Giuseppe di ACC mobility sulle Cargo bike

ACC mobility ha già alcuni premi all’attivo e il suo team in questi mesi ha lavorato molto per far conoscere a potenziali investitori il proprio progetto. L’obiettivo è dare un contributo concreto al miglioramento della mobilità urbana e non solo, rendendola sempre più sostenibile.

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Foto di copertina è di Susan Yin via Unsplash 

24. Una fondazione con al centro l’innovazione per rispondere alle esigenze dell’Italia



Ampioraggio verso il riconoscimento di fondazioneQuesto podcast sa un po’ di fact-checking perché dà testimonianza a un progetto che abbiamo raccontato qualche mese fa e che sta andando avanti. Stiamo parlando di Ampioraggio che dopo l’esperimento di Jazzinn sta proseguendo a grandi passi e ha avviato le procedure per essere una fondazione riconosciuta giuridicamente. Ho fatto il punto qualche giorno fa con Giuseppe De Nicola, ormai un habituè dei nostri microfoni, e trovate l’intervista in questo ventiquattresimo podcast di Start Me Up.

Un modello di ecosistema con al centro l’innovazione

Dall’ultima edizione di Jazzinn la Fondazione Ampioraggio non è rimasta ferma, anzi! Attraverso una chiamata pubblica ha iniziato a raccogliere le adesioni di chi ha deciso di sposare un modello di sviluppo con al centro l’innovazione. A quella chiamata hanno risposto 180 soggetti che a vario titolo entreranno a fare parte di questo gruppo: ci sono persone fisiche, grosse aziende, professionisti, enti pubblici, startup e associazioni. L’intento è quello di contribuire e sfruttare le opportunità che il mondo dell’innovazione offre. Ancora oggi è possibile entrare a far parte di Fondazione Ampioraggio, basta farne richiesta esplicita sulla pagina Facebook ufficiale. Qui potete trovare la carta dei valori e una breve presentazione della Fondazione.

Il modello Jazzinn raddoppia

Gli ascoltatori più fedeli ricorderanno che Giuseppe De Nicola era stato nostro ospite qualche mese fa: allora insieme al direttore artistico Giovanni Russo, ci aveva parlato della seconda edizione di Jazzinn, un festival che mette insieme il cosiddetto “slow dating” tra imprenditori durante il giorno e i concerti jazz la sera. L’evento si era svolto a Pietrelcina (BN) e nasceva per supportare il festival jazz che allora era a corto di fondi. L’edizione 2018 è andata talmente bene che la Fondazione ha deciso di raddoppiare gli appuntamenti replicando l’edizione di Pietrelcina (27 /31 luglio 2019) a cui si andrà a aggiungere quella di Laguaeglia, in provincia di Savona, in Liguria in programma invece tra il 13 e il 17 giugno. Come si è arrivati all’edizione ligure è lo stesso Giuseppe a raccontarlo durante l’intervista, quindi non vi anticipiamo nulla.

la citazione di Giuseppe di Fondazione Ampioraggio

Vi diciamo però che il modello Jazzinn e tutto l’ecosistema verranno presentati il prossimo 24 maggio a Roma alla Camera dei Deputati di Montecitorio. Anche questo appuntamento è frutto della rete che Fondazione Ampioraggio sta mettendo in piedi e sarà un momento importante per rappresentare davanti alle istituzioni italiane un modello di sviluppo nascente che sta dando i suoi primi frutti e che può rappresentare una piccola svolta tra le piccole e medie imprese italiane. In vista di questo incontro, Giuseppe ha lanciato un sondaggio tra i membri del gruppo Ampioraggio per capire quali possano essere i 5 punti sul tema dell’innovazione italiana da presentare ai candidati alle elezioni europee 2019. Potete contribuire anche voi.

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Foto di copertina è di Steven Lelham, via Unsplash

Tra cibo, editoria e startup per raccontare il bello di raccontare



La vucciria raccontata da AlessandraUn’intervista ricca e con un grosso impegno quella che trovate nel podcast numero 23 di Start Me Up. La protagonista è Alessandra Tranchina che attualmente lavora per packaging-online.it ma che ha alle spalle parecchie esperienze nel campo dell’editoria, delle startup e della grafica. Solo da questo potete capire perché questa sia un’intervista ricca di contenuti solo apparentemente diversi tra loro. L’impegno grosso che ci poniamo invece è quello di farvi venire la voglia di essere presenti l’11 maggio a Palermo per la data di Creative Mornings durante la quale Alessandra sarà la protagonista.

Perché Omero non poteva essere cieco? Per come racconta!

Si parte proprio dal talk che !!!SPOILER SPOILER!!! Si intitolerà “Omero non è cieco”. Nell’intervista Alessandra anticipa alcuni temi di cui parlerà sabato 11, ma soprattutto fa riferimento ai due suoi lavori che sono collegati con il tema del mese di Creative Mornings e cioè Preserve (conserva). Parliamo di Valuta Vucciria e Vucciria Oltrevisibile in cui Alessandra ha riversato tutto il suo amore e la sua passione per uno dei mercati più antichi di Palermo (per cui ha creato anche un font ad hoc!). I due progetti hanno dato la possibilità a Alessandra di raccontare fuori dagli stereotipi uno dei luoghi simbolo del capoluogo siciliano chiuso nella contraddizione di doversi adattare alle esigenze della società moderna restando com’è.

Vestire il cibo per raccontarlo

Al momento Alessandra si occupa di packaging di prodotti alimentari. Ne approfittiamo quindi per chiederle come si racconta il mondo del food che, tra social e programmi specifici, sembra aver dimenticato la sua prima funzione e cioè nutrire le persone e farlo al meglio. Nessuna polemica, sia chiaro, Alessandra ci offre un’interessante punto di vista sul ruolo che la comunicazione e la presentazione dei cibi ha nelle fasi di acquisto di un prodotto e lo fa con l’occhio dell’addetto ai lavori.
Poi si passa a parlare di Mosaicoon, realtà palermitana che lo scorso anno, tra lo stupore generale ha chiuso i battenti. La startup aveva la sua sede principale a Palermo ed era stata una delle prime aziende digitali italiane a conquistare i mercati internazionali. Con Alessandra parliamo delle ripercussioni che un evento simile ha causato in lei in quanto ex collaboratrice, ma soprattutto come palermitana che lavora nel campo della creatività.

Il consiglio di Alessandra su come raccontare al meglio

Infine chiudiamo l’intervista con l’editoria perché citiamo alcuni lavori realizzati da Alessandra. Il primo è Lampedusa 2013, un’infografica che racchiude le principali notizie relative all’isola accadute durante quell’anno. È un esempio di graphic journalism che in Italia abbiamo conosciuto grazie principalmente al Sole24ore e che racconta in modo immediato la realtà dei dati. Inoltre Alessandra cita due sue pubblicazioni: la prima per Fontanella press, piccola casa editrice indipendente e un lavoro che ha svolto per un autore che si è affidato al self publishing. Perché progetti così piccoli? Perché sono quelli che ti danno più libertà di racconto, lo dice lei stessa quasi al termine di questa intervista che – ve lo abbiamo detto – è davvero ricca!

Giallogin interpreta Preserve

Ecco come GialloGin ha interpretato il tema del mese

Non perdete l’evento di Creative Mornings Palermo con Alessandra.

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22.Etica e dati: un binomio possibile (e necessario)



etica e dati a creative mornings palermoIn che modo l’etica può venire in nostro aiuto nella gestione dei dati? Un algoritmo ha dei pregiudizi? Sono queste alcune delle domande che Valentina Bazzarin ha posto ai presenti all’ultimo Creative Mornings di Palermo lo scorso 5 aprile. E sono domande che noi abbiamo rigirato a lei in questo podcast, il ventiduesimo di questa stagione, che da il via alla collaborazione con CM Palermo.

Valentina a Palermo ha parlato di “Intelligenza invisibile, etica indispensabile” cercando di fare una sintesi delle sue tante attività: un talk incentrato sul ruolo che il digitale ha nella vita di ciascuno con i rischi e le opportunità di cui questo mondo si fa carico. Un mondo dove l’etica deve aiutarci a ripensare il trattamento dei dati. Nell’intervista partiamo da questi temi, ma citiamo anche l’impegno di Valentina con Open Education e l’importanza di formare le persone su temi spesso difficili e noiosi ma estremamente vicini a noi.

 

Chi è Valentina Bazzarin?

Valentina Bazzarin attualmente insegna Etica della Comunicazione presso la NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e Psicologia Cognitiva a Reggio Emilia, ma ha alle spalle una carriera decennale da precaria, una Laurea in Scienze della Comunicazione e un Dottorato in Psicologia Generale e Clinica. Valentina con alcuni amici e colleghi ha fondato il nodo italiano della rete di Open Education. L’associazione informale mette insieme esperti, insegnanti, imprenditori, docenti, ricercatori, attivisti e studenti con lo scopo di promuovere l’Educazione Aperta in Italia, intesa in senso ampio, in piena connessione con aree come Open Data, Open Educational Resources (OER), scienza aperta, partecipazione civica, e con particolare attenzione all’impatto sociale di pratiche di educazione aperta.la citazione su etica e dati di Valentina Bazzarin
Valentina si occupa inoltre di temi culturali, filosofici e sociali anche in radio. Ogni venerdì potete infatti ascoltare EcoEtico, rubrica sul trattamento etico dei dati, inserita all’interno di Pensatech, programma radiofonico di Radio Città del Capo.

Nell’intervista Valentina cita due libri in download:

Creative Mornings Palermo e Start Me Up, una nuova collaborazione!

L'illustrazione di GialloGin per CM Palermo

Questo podcast apre ufficialmente la collaborazione tra Start Me Up e CM Palermo. Ogni mese ospiteremo infatti lo speaker che animerà la colazione creativa di Palermo. Di solito cercheremo di ospitare lo speaker prima del talk, quello che pubblichiamo oggi fa eccezione! Qui trovate maggiori informazioni su CM Palermo. Un grazie anche a Studio GialloGin che cura le grafiche di questo podcast e di tutta la comunicazione di CM Palermo.

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21. I video come strumento di marketing: il modello Vidoser



Guadagnare condividendo i propri video. È la promessa che i ragazzi di Vidoser hanno fatto ai propri utenti. Ed è a quanto pare una promessa mantenuta visto che i numeri di questa startup siciliana sono in crescita. Ce lo racconta Alessandro La Rosa, uno dei founder di Vidoser che in questo podcast spiega come funziona questa app e ci offre un approfondimento sul mondo del marketing e dei micro-influencer.

Condividere video di qualità

L’aspetto centrale di Vidoser è forse la qualità dei video che la piattaforma permette di condividere. Sfruttando il tool online ma soprattutto la community, gli utenti di Vidoser sono stimolati a creare dei contenuti di qualità. Una caratteristica che fa felice sia chi il contenuto lo ha creato che chi su quel contenuto vede il proprio prodotto. Sono questi i target di riferimento di questa app. Sono infatti due le tipologie di campagne previste su Vidoser: una prevede che i video finiscano sui canali ufficiali di un brand e l’altra invece pubblica tutto sul profilo dell’utente che quel video lo ha creato. In entrambi i casi, i produttori vengono ripagati con monete virtuali che diventano buoni acquisto da usare sulle principali piattaforme di e-commerce.

Community e equity crowdfunding: due strategie per allargare il bacino di utenza

Nell’intervista si parla anche di community, un altro elemento che sta facendo la fortuna di Vidoser. Alessandro ci spiega che grazie al sistema di gamification presente nell’app sono riusciti a far crescere il gruppo di persone che ha a cuore Vidoser in modo molto rapido: nell’intervista dice che il tasso di crescita nell’ultimo mese è addirittura del 120%!
Anche se in un altro modo ma sempre con l’obiettivo di creare un gruppo solido alla base di Vidoser, questa startup è al momento al centro di una campagna di equity crowdfunding. L’obiettivo è avere liquidità da investire nella crescita dell’azienda nel futuro prossimo. Ma nel frattempo la campagna sta già dando i suoi primi frutti: oltre ad avere i primi investitori infatti, Vidoser sta entrando in contatto con tutta una serie advisor che stanno dimostrando interesse nei confronti di questa azienda. Attenzione, stiamo comunque parlando di una startup che – seppur giovane – ha già ricevuto un primo grant da TIM WCAP e ha collaborazioni con alcune agenzie che si occupano di comunicazione e marketing.

la citazione di Alessandro di vidoser sul marketing dei video

Micro-influencer: chi sono e perché sfruttarli nelle proprie campagne marketing

Nell’ultima parte dell’intervista infine, Alessandro definisce chi sono i micro-influencer per Vidoser, dicendoci quali sono i pro e i contro di queste figure che stanno diventando sempre più centrali nel mondo del marketing. E in più ci dice anche come si fa a gestire un team di 10 persone sparso in tutta Italia e renderlo produttivo il più possibile: una vita non certo facile, ma l’unica strada che dimostra che tutti i traguardi fin qui raggiunti da Vidoser sono il risultato di tanto lavoro di squadra.

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18. Il cambiamento è più vicino di quanto tu possa immaginare



Uno dei modi per rispondere al fallimento è il cambiamento: è questa la parola chiave di questo diciottesimo podcast di Start Me Up che rientra nel ciclo Fallisci Meglio. Protagonista è Stelio Verzera oggi tra i co-founder di Cocoon Projects che a noi racconta l’esperienza di EJWD, la sua prima azienda.

EJWD era una società con base a Roma che lavorava con grosse aziende italiane e internazionali. Chiude i battenti nel 2011, quando la crisi economica si è abbattuta sul mercato italiano. Dire però che la società abbia chiuso per colpa della crisi è una mezza verità. Sono altre le ragioni che hanno portato Stelio (che allora era l’amministratore unico) e i suoi soci ha mettere in liquidazione l’azienda. Le analizziamo soprattutto nella prima parte di questo podcast che cerca di fare una fotografia di ciò successe allora.

Rispondere ai cambiamenti del mercato con un nuovo concetto di azienda

L’aspetto certamente più interessante è però quello che avviene dopo e come Stelio decide di ripartire. Lui lo ha raccontato in inglese in “A story you need to know”, ma qui cerchiamo di capire come la sua storia, quella di EJWD e quella di Cocoon Projects si intrecciano. E qui viene il bello perché se a una prima battuta la nuova società sembra nascere come risposta al fallimento della vecchia, andando più a fondo si capisce che c’è dell’altro.

La citazione sul cambiamento e il Fallimento di Stelio Verzera di Cocoon Projects

C’è la volontà di dare una risposta non solo alla chiusura di EJWD ma all’intero sistema che è stato spazzato via dalla crisi. E da qui si capisce quanto sia necessario fermarsi a riflettere sul proprio operato, sperimentare nuove vie per affrontare vecchi problemi, mettendo in discussione tutto, dall’organizzazione aziendale al modo di operare con i clienti (uno per tutti: mettere in discussione il sistema di recruiting senza passare da colloqui). Ed è una storia interessante che vi invitiamo a ascoltare. Una storia che passa da una ferma volontà e anche da un po’ di testardaggine: una storia che ci dice che il cambiamento è lì a portata di mano, basta solo abbracciarlo.

FallisciMeglio è lo spin-off di Start Me Up che racconta il buono che c’è dietro il fallimento.

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17. Per i gruppi whatsapp genitori scatta ORA X



In redazione non abbiamo esperienza diretta ma siamo quasi certi di poter giurare che i gruppi whatsapp genitori sono una delle cose più dannose e stressanti per chi ha un figlio a scuola. Lo sa bene anche Valentina Passaniti che insieme ad altre madri e padri qualche anno fa ha creato ORA X.

ORA X un gruppo whatsapp genitori, ma meglio!

ORA X è una sorta di chat avanzata sullo stile di Slack ma focalizzata sui bisogni di chi ha dei figli tra i 3 e i 13 anni che vanno a scuola. Su ORA X è possibile visualizzare il menù della mensa, le notizie della scuola, i compiti per casa: tutto diviso per categoria e senza commenti. C’è anche lo spazio per la chat, naturalmente, ma tutto è organizzato per evitare inutili stress e confusione. Del resto, il team che sta dietro ORA X viene proprio dall’esperienza negativa dei gruppi whatsapp genitori e sa bene a cosa va incontro chi oggi ha un figlio che va a scuola.
ORA X ha anche degli effetti indiretti interessanti: uno su tutti, quello sulla mobilità sostenibile perché, migliorando le comunicazioni, i genitori possono organizzarsi meglio per i passaggi casa/scuola.

la citazione sui genitori e i gruppi whatsapp di Valentina di ORA X

In questi giorni ORA X è alle prese con una campagna di crowdfunding: l’obiettivo è quello di allargare la community che adesso è concentrata principalmente su Roma e alcuni centri più piccoli. Il minimo comune denominatore è l’educazione e l’attenzione per i più piccoli. Per questo motivo il team di ORA X è impegnato anche nella promozione della genitorialità con corsi specifici che si terranno nei prossimi mesi in giro per l’Italia. Un po’ come a dire che, per migliorare i gruppi whatsapp genitori ci vuole sì la tecnologia, ma anche una buona dose di conoscenza e buonsenso.


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Foto di copertina, via

16. L’Economia Circolare per il risparmio energetico e uno stile di vita sostenibile



Lo scorso primo marzo abbiamo celebrato M’illumino di meno con una diretta dalla Tbox incentrata sull’Economia Circolare. La Tbox è il modulo abitativo interamente in cartone frutto della collaborazione tra Archicart e l’Università di Catania collocato all’interno della cittadella universitaria etnea. Il luogo ideale per festeggiare la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, ideata nel 2005 da Caterpillar e Rai Radio2 che aveva come tema quest’anno, proprio l’economia circolare.

Economia Circolare: come viene insegnata all’università?

Questo podcast racconta la diretta facebook (disponibile sulla pagina facebook di Archicart) incentrata sull’importanza dell’economia circolare. E, visto il luogo siamo partiti proprio dall’università. Con il prof. Giuseppe Margani abbiamo cercato di capire come il mondo accademico affronta la sostenibilità e l’economia circolare nel percorso di formazione degli studenti. Abbiamo poi affrontato il tema della società civile: questa volta ci ha aiutato a capirne di più Gianluca Proto di Progetto ERIC, un’associazione che mira a raccogliere 600 famiglie in tutta la Sicilia per creare un gruppo di acquisto fotovoltaico. Un modo per abbattere i costi delle infrastrutture utili a avere energia green in casa e ottenere un risparmio sulla propria bolletta. Un importante contributo è arrivato anche dai due ospiti telefonici: entrambi – per competenze diverse – stanno partecipando al progetto della Tbox e ci permettono perciò di capire come le aziende oggi possono affrontare il mercato dell’economia circolare.

Come lavorano le aziende inserite nell’economia circolare?

Sono intervenuti infatti Milena Milani, responsabile marketing e comunicazione della Solbian, ditta piemontese che produce pannelli solari flessibili, ideali per il mondo della nautica ma che si prestano a diversi utilizzi. E poi Simone Gualandi di Bio-Safe, azienda specializzata nell’analisi della salubrità degli ambienti e dell’aria. Presto la Tbox raggiungerà l’indipendenza energetica proprio grazie ai pannelli messi a disposizione da Solbian e alle competenze e il network del Progetto ERIC. Già adesso, all’interno della Tbox viene monitorata la qualità dell’aria grazie a Biosense, un brevetto di Bio-safe che sta collaborando al progetto sin dal suo inizio.

Sul sito di Archicart troverete tutto il materiale relativo a quanto sentirete in questo podcast, oltre al video integrale di questa diretta. Un grazie va allo staff tecnico della diretta e cioè Mario Schilirò alle riprese video e Cettina Corallo che ha curato la parte social durante l’evento.


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Foto di copertina di Mert Guller, via Unsplash

Speciale Smau Sicilia 02 – Premio Innovazione Sicilia



Nel secondo podcast dedicato a SMAU Sicilia passiamo in rassegna i progetti che si sono aggiudicati il premio innovazione SMAU in Sicilia. Il premio – lo ricordiamo – è stato assegnato a imprese e realtà che hanno realizzato un progetto di innovazione al proprio interno e che, quindi rappresentano modelli di eccellenza.

In questo podcast potrete trovare nell’ordine:

(Se ascoltate il podcast da Spreaker potete scegliere attraverso i capitoli l’intervista che preferite).

Il premio innovazione SMAU in Sicilia rappresenta un modo per mettere in evidenza modelli virtuosi di innovazione spesso frutto di collaborazioni tra startup e enti locali. Un modo per Smau per sottolineare l’importanza della collaborazione come unica via di sviluppo.
Questo podcast viene pubblicato dopo quello dedicato ad alcune delle startup e aziende protagoniste di questa prima edizione di Smau Sicilia, potete ascoltarlo qui.

Da Palermo il via al Roadshow Smau 2019

Smau ha scelto Palermo per dare il via al suo viaggio attraverso l’Italia e l’Europa. Con la tappa di Smau Palermo, è stato inaugurato il Roadshow Smau 2019, il circuito di eventi dedicati all’innovazione per le imprese che quest’anno percorrerà l’Italia e l’Europa per presentare ad imprese nazionali e internazionali il meglio dell’Innovazione Made in Italy con l’obiettivo di creare nuove connessioni tra l’ecosistema nazionale e internazionale dell’innovazione.

Una traguardo importante per la Regione siciliana e per Smau che, nel 2018, hanno intrapreso insieme un percorso che ha portato oltre 20 startup siciliane ad incontrare imprese e investitori internazionali nell’ambito degli appuntamenti Smau di Londra, Berlino e Milano. La tappa di Smau Palermo è partita proprio da queste 20 eccellenze innovative, che, dopo l’esperienza internazionale, tornano sul territorio con nuove idee e progetti da presentare all’ecosistema del territorio.


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Nella foto: un momento della premiazione di Smart Island, foto Ufficio Stampa Smau