[FABIO] Quarantaduesimo podcast di Start Me Up, il format che parla di innovazione tecnologica e sociale del Sud Italia. Al microfono c’è Fabio Bruno e se vi parlo lo devo a Smartwork idee digitali per il mondo reale che è il produttore di Start Me Up che si avvale del fondamentale contributo di keedra hosting servizi web per il tuo business.
Forse ricorderete “Horto in Hotel”. Ne abbiamo parlato un paio di volte a Start Me Up, non di recente a dire il vero. “Horto in Hotel” era una delle tre call che Vulcanìc, acceleratore di imprese di Catania aveva promosso. Questa in particolare con l’hotel Sheraton della città etnea. Lo scopo era trovare una azienda che potesse fornire alimenti a km zero per il ristorante gourmet Il Timo. A vincere furono due team: Biofactory e Hortel.
Il progetto è andato avanti e anche se ha mantenuto lo stesso nome sono cambiate un po’ di cose. Per fare un po’ di chiarezza chiediamo aiuto a Chiara Lentini di “Horto in”. Ciao Chiara e benvenuta a Start Me Up.
[CHIARA] Ciao a tutti e grazie per l’invito.
[FABIO] Innanzitutto, facciamo un po’ d’ordine, tu fai parte di “Horto in” giusto?
[CHIARA] Dall’ultima volta sono successe parecchie cose. Diciamo che è passato ormai un anno e il nostro percorso di incubazione si è concluso. Abbiamo dato alla startup il nome definitivo di “Horto in”, proprio per svincolarla dal discorso hotel, in quanto in futuro non sappiamo cosa ci attenderà. Probabilmente potremo sviluppare progetti di orti in altri ambiti oltre quello dell’hotel. Quindi la nostra startup si chiama “Horto in” e come prima proposta commerciale porta avanti il progetto “Horto in Hotel”.
[FABIO] Quindi diciamo che dei due team vincitori siete rimasti solo voi che vi dedicate agli orti, giusto?
[CHIARA] Esatto. Noi andiamo a creare gli orti in spazi esterni delle strutture alberghiere di alta fascia. Spazi che chiaramente possono non essere utilizzati, degradati o che potrebbero essere delle terrazze, così come delle porte interne. E poi da lì andiamo a riconfigurare lo spazio per dare vita a delle attività che vengono svolte all’interno dell’orto e che permettono all’hotel di recuperare l’investimento attraverso varie attività che coinvolgono sia i turisti che i clienti local.
[FABIO] in che senso i turisti?
[CHIARA] Noi stiamo puntando al turismo sostenibile. Ormai il turista cerca delle esperienze di viaggio. C’è un’ampia fetta, quest’anno è l’anno del turismo sostenibile, che ricerca delle esperienze che comunque abbiano un taglio molto green. La nostra proposta è quella di stupire il turista che arriva in un hotel che si trova in città e non si aspetta di trovare al suo interno una zona che non lo fa sentire in città. Pensiamo ad esempio, a un turista di Pechino che arriva allo Sheraton di Catania e pur essendo in città ha uno spazio, dove i bambini possono stare a contatto con la terra. E questa è una esperienza che l’hotel può dare al cliente che è assolutamente unica e autentica. Il progetto punta proprio a questo.
[FABIO] State ascoltando Start Me Up, c’è Fabio Bruno al microfono e sto parlando con Chiara Lentini di “Horto in”. È solo un adattamento o ci sono dei fattori da tenere in considerazione quando si parla di orti in spazi così piccoli.
[CHIARA] Innanzitutto ogni caso è naturalmente diverse, quindi si parte sempre dallo stato in cui il luogo si trova. Anche dal punto di vista dei metodi di coltivazione ci saranno quelli più appropriati o meno a seconda del caso. Posso dirti però che nel nostro prototipo, realizzato al Four Points by Sheraton, noi abbiamo utilizzato un metodo di coltivazione di tipo sinergico, suddiviso in due aree. In una zona lo abbiamo realizzato su cartoni, mentre in un’altra zona su bancali. Per quello su cartoni abbiamo realizzato degli arredi, tipo fioriere, molto grandi, sviluppate in lunghezza, dove vengono associate diverse specie. Infatti il metodo sinergico punta proprio alla consociazione di specie diverse, perché queste si aiutano tra loro. Quella sui bancali invece, il metodo è lo stesso, però sono cumuli di terra sopraelevati. Quindi quella è un’area più rustica rispetto all’altra che invece è un po’ più rifinita.
[FABIO] So che c’è stato l’evento di presentazione del vostro orto, come è andato?
[CHIARA] L’evento è andato molto bene. È stato organizzato prevalentemente dal Four Points che ha voluto aprire le porte ai locals, quindi alla città. Abbiamo svolto un aperitivo all’interno dell’hotel e poi abbiamo organizzato un laboratorio per bambini, grazie alla partnership con una educatrice di terra che ha fatto organizzare ai bambini un laboratorio, chiamato Arteorto, che prevedeva la creazione di quadri con gli ortaggi.
[FABIO] Come scegliete gli ortaggi da piantare?
[CHIARA] Gli ortaggi vengono scelti in base alle caratteristiche di soleggiamento, esposizione, l’ambiente in cui ci troviamo e il clima. E poi vengono anche concordati con lo chef del ristorante, secondo le sue esigenze. Andando quindi a fare giornalmente un’analisi di tutte le commesse che lui fa per l’acquisto degli ortaggi. Così come un’analisi degli ingredienti principali dei menu. Poi da lì, vengono fatte delle proposte che poi devono essere validate dalla cucina. E infine noi diamo il via per impiantare gli ortaggi.
[FABIO] Oltre a ciò che hai detto, ci sono altri vantaggi nell’essere così vicino con i cuochi che poi dovranno cucinare quello che producete?
[CHIARA] Fondamentalmente il vantaggio è che loro possono da sé curare l’orto. Quindi un coinvolgimento di chi lavora all’interno della struttura alberghiera. È proprio il cuoco o chi per lui che va fuori a raccogliere l’ortaggio che gli serve per cucinare, se non addirittura il turista che va a scegliere l’ingrediente che vuole cucinato o semplicemente servito.
[FABIO] Togliamoci il dubbio: è pericoloso? voi garantite che gli ortaggi che producete sono sani al 100%?
[CHIARA] Assolutamente si perché noi diamo anche indicazione sui trattamenti che andiamo a fare all’interno dell’orto, che sono tutti i trattamenti autorizzati in biologico.
[FABIO] Immagino tu abbia assaggiato uno di questi ortaggi, cosa ha in più e cosa in meno, secondo te?
[CHIARA] Fondamentalmente percepisci la genuinità. Sai cosa stai mangiando. Lo vedi. Tra l’altro nella fase della crescita noi li abbiamo impiantati e seguito il percorso fino al piatto, quindi è proprio un’esperienza diversa. Quella di vedere come l’ortaggio viene su da sé, solamente con l’acqua, senza avere bisogno di nient’altro se non le cure necessarie alla crescita. Senza fertilizzanti o altri prodotti.
[FABIO] Chiara, come immagini “Horto in” fra qualche anno?
[CHIARA] Io, lo immagino come una azienda che installa orti all’interno di strutture alberghiere, così come strutture scolastiche magari! Ma soprattutto dopo averli installati prosegue nella gestione e nell’assistenza, affinché le strutture che hanno acquistato il pacchetto possano avere un orto buono, un orto bello da vedere, ma soprattutto un orto che sia profittevole. Cioè l’idea fondamentale è che l’orto possa essere un modo per recuperare l’investimento fatto e per averne un ritorno economico per la struttura che decide di installarlo.
[FABIO] Non pensi che fare crescere ortaggi in città possa essere contro producente o comunque pericoloso?
[CHIARA] Secondo me è il valore aggiunto, che te lo trovi dove meno te lo aspetti.
[FABIO] Grazie mille!
[CHIARA] Grazie a voi per l’invito.
[FABIO] Lei era Chiara Lentini di “Horto in”. Trovi i link ai siti a cui abbiamo fatto riferimento durante l’intervista su radiostartmeup.it.
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[FABIO] Start Me Up è prodotto da smartwork idee digitali per il mondo reale e reso possibile grazie al contributo di keedra hosting, servizi web per il tuo business. Io sono Fabio Bruno, grazie per aver ascoltato questa puntata, alla grande!