Già da tempo, il tornare a casa per realizzare il proprio sogno imprenditoriale non è più qualcosa di così straordinario. Può diventarlo se chi lo fa, mette insieme la voglia di realizzare un sogno e un metodo o una strategia, imparata attraverso il mestiere per cui si è studiato.
Amelia Cuomo è un buon esempio: nel 2013 aveva davanti a sé una carriera in una delle maggiori società di consulenza. Ma decide di abbandonare quella strada per dedicarsi al pastificio di famiglia, chiuso da settant’anni. Insieme al fratello Alfonso, Amelia rimette in piedi il Pastificio Cuomo e i due non si limitano alla produzione della pasta. Ma realizzano un bistrot, un b&b e un museo.
Per quello che in questi anni ha fatto, Amelia Cuomo è tra le finaliste del premio Gammadonna, il riconoscimento che annualmente valorizza l’imprenditoria femminile innovativa. E anche per questo motivo è l’ospite di questo podcast di Start Me Up.
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Dare nuova vita al Pastificio di famiglia: una questione di felicità.
Fino al 2015 Amelia Cuomo lavorava a Roma come consulente. La sua era una carriera ben avviata. Un po’ per caso, qualche anno prima, aveva passato sei mesi a casa (lei è originaria di Gragnano, in provincia di Napoli) e lì si ritrova a pensare alla storia della sua famiglia. Nel 1939 il pastificio gestito dai suoi antenati aveva chiuso i battenti ma l’edificio era ancora in piedi. E mettendo piede all’interno di quel vecchio pastificio Amelia ha capito di voler riprendere in mano quella storia e darle nuova vita. E per farlo ha chiamato il fratello, Alfonso, che nel frattempo lavorava a Londra. Nell’intervista dice che ha fatto tutto ciò perché, nonostante avesse tutto, fino ad allora non si sentiva così felice.
Una storia lunga 200 anni nel campo della pasta: il valore da comunicare.
Amelia e Alfonso Cuomo non conoscono il mondo della pasta e dei pastifici. Dalla loro però hanno esperienza nel mondo della consulenza e così iniziano a studiare il mercato. Si rendono conto di alcune criticità che la maggior parte dei piccoli pastifici affronta e decidono di differenziare la loro proposta.
Il cuore dell’azienda resta la produzione di pasta, ma nel giro di cinque anni, fratello e sorella creano un bistrot, un b&b e un museo puntando sulla storia di famiglia. Hanno infatti chiesto al professore Silvio De Majo dell’Università Federico Secondo di Napoli di documentare le origini della famiglia Cuomo così da poter testimoniare una tradizione lunga 200 anni. Questo è il vero valore che Pasta Cuomo nelle sue diverse “forme” comunica.
Rischiare, lasciandosi guidare e aiutare.
La storia di Amelia Cuomo e del pastificio da lei co-fondato è emblematica. Non solo perché dentro c’è una vision e una strategia ben definita. Ma anche perché c’è la consapevolezza del sapere che un percorso del genere non sarebbe stato possibile senza un atteggiamento di disponibilità verso gli altri. Nell’intervista lo sottolinea bene, più di una volta, raccontando di quanto importante sia stato il ruolo di chi, in questi anni, ha avuto a che fare con loro. E in più, di quanto sia stato importante un atteggiamento positivo nei confronti di ogni sfida.
Sono questi gli elementi che fanno di questo ritorno a casa non la solita storia di un ritorno a casa.
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Questo podcast è realizzato grazie a:
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Foto di copertina di Jorge Zapata via Unsplash.