Trasformare Scaletta Zanclea (ME) in un laboratorio artistico: ecco cosa succederà in Sicilia tra il 21 aprile e l’1 maggio. Start Me Up non riesce a resistere al fascino dell’arte e per la seconda volta vi racconta di un evento che per la terza volta torna in Sicilia e mette insieme Arte, Hacking, Open data e sociale. Sono quattro termini che a mala pena riescono a spiegare cosa è Trasformatorio: per questo motivo abbiamo chiesto a Federico Bonelli, l’ideatore dell’evento di raccontarcelo in questo podcast numero 29.
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[FABIO] Siamo arrivati al podcast numero 29 di Start Me Up, il format che parla di innovazione tecnologica e sociale al Sud Italia. Start Me Up è prodotto da Smartwork idee digitali per il mondo reale con la fondamentale collaborazione di keedra hosting, servizi web per il tuo business. Al microfono, Fabio Bruno.
[FABIO] Start Me Up fa un’altra incursione nel mondo dell’arte. Dopo la puntata su incompiuto siciliano torno a parlarvi di Trasformatorio, progetto artistico internazionale che si svolgerà a Scaletta Zanclea, in provincia di Messina tra il 21 aprile e il primo maggio. Ci sono quindici posti disponibili ed è possibile candidarsi fino all’1 marzo. Trasformatorio è organizzato ogni anno da Federico Bonelli con noi al telefono, ciao Federico.
[FEDERICO] Ciao Fabio, grazie dell’invito.
[FABIO] Cosa è Trasformatorio?
[FEDERICO] Dunque trasformatorio è un’idea che ci è venuta come un’idea curatoriale, diciamo all’inizio. Ti parlo del 2000, circa. Stavo camminando in una strada a Amsterdam, dove poi mi sono trasferito nel 2002, insieme a un amico e parlando di che tipo di arte ci interessava fare, abbiamo visto una piccola casetta con su scritto sopra “ Trasformator house” e allora li a tutt’e due all’unisono è venuto “Trasformatore”. Il concetto di trasformatore è un po’ alchemico, l’idea di fare arte con quello che si trova, trasformando le persone, l’ambiente, la percezione del mondo, le storie che ci emozionano, attraverso qualcosa che è un misto di sensibilità e di tecnica. La particolarità di questo laboratorio è la volontà di invitare artisti… sia artisti multimediali, che vengono dall’Hacking. Abbiamo una bellissima collaborazione con l’associazione permaculturaisti siciliana, la rete di permacultura siciliana, con artisti un po’ su tutta la Sicilia, per mettere insieme persone e sensibilità tecnica differente e metterle il più possibile fuori dalla loro zona di comfort. Quindi con Trasformatorio per questo li portiamo in posti un po’ isolati, oppure, in posti che hanno delle caratteristiche un po’ particolari, come Scaletta Zanclea che ci ospita quest’anno. Fuori dalla loro zona di comfort gli artisti devono per forza collaborare e le collaborazioni hanno caratteristiche abbastanza sperimentali…
[FABIO] Il tema di questa edizione è Street Play, gioco di strada, giusto?
[FEDERICO] Quest’anno l’idea dello Street Play è dovuta dal fatto che proprio Scaletta si presta, è un posto che conosco poco, ci sono stato per fare dei sopralluoghi, ma mi aspetto di conoscerlo di più questi giorni. Ed è un posto che ha questa bellissima collina, con la rocca sopra dove lavoreremo. Ma anche tagliato dal mare e dall’autostrada, separato dal mare dalla ferrovia, dalla statale. Quindi ha un andare molto verticale, un andare molto orizzontale. In più è una zona che ha sofferto con gli smottamenti del 2009, ma che ha una storia antichissima splendida. È separata dai Nebrodi da questa salita verticale delle montagne. Si prestata molto a un tema che fosse, che potesse spiazzare tutti, tu immagina un hacker o un artista multimediale che ha sempre bisogno dell’amplificazione, del black box, etc. inserito in un contesto anche urbano, ma come può essere quello di un paese della Sicilia. È una sfida bellissima insomma, per loro. L’idea è poi di sfruttare il fatto che Messina è abbastanza vicina e di fare qualche prova di arte di strada, in cui la difficoltà è creare l’attenzione del pubblico che non sa di essere pubblico.
[FABIO] Qual è il risultato che ti aspetti di avere alla fine dei 10 giorni?
[FEDERICO] Mi aspetto di avere visto un po’ di trasformazioni, di essere spettatore di alcune trasformazioni nel rapporto tra noi che partecipiamo – alcuni artisti conoscerò, altri sono nuovi – e nel tipo di lavoro che saremo riusciti a fare insieme. Nella metodologia, cioè nel modo con cui si osserva la situazione che si vuole rappresentare o trasformare. Possibilmente anche nelle aspettative e nella fantasia delle persone di Scaletta che spero di conoscere quanto prima e di cui conosco pochissime persone lì, e arrivo un po’ in cerca di ospitalità. E le loro storie che sono poi la linfa da cui trarre ispirazione per tutti gli artisti che verranno.
[FABIO] State ascoltando Start Me Up e sto parlando con Federico Bonelli di Trasformatorio.
Ci sono alcune le cose che credo che Trasformatorio abbia con i temi che di solito tratto a Start Me Up. Uno era proprio quello di cui stavi parlando poco fa, cioè il carattere sociale che trasformatorio ha, voi tendete a mischiarvi con le persone del posto, giusto?
[FEDERICO] Si, si, quello è fondamentale. L’inizio di Trasformatorio è in genere osservazione. Uno arriva e come fare a capire quali sono le storie, le linee, non solo delle persone, ma anche di come… anche le architrave parlano, come gli animali vivono la zona, no? L’artista si inserisce in questa zona in cui è ospite, cercando di diventare trasformatore, ma prima di Trasformare uno deve raccogliere i materiali. I nostri temi sono in genere la sostenibilità, l’ecologia, la co-creazione, cioè creare anche strumenti del fantastico assieme all’ambiente in cui si è ospiti. Noi sviluppiamo queste abilità come abilità e per Scaletta potrebbe essere – io lo spero – una sorpresa vedere come un artista che viene dal Nord Europa traduce in soli 10 giorni ciò che può cogliere in questo specchio, no? Che è trasformatorio.
[FABIO] Un altro aspetto è la distribuzione di sapere che verrà prodotta durante i giorni del laboratorio che verrà distribuita in chiave open, no?
[FEDERICO] Si, assolutamente. Noi speriamo di produrre sapere. certamente cercheremo di produrre storie, pezzi d’arte. Ovviamente in qualsiasi caso si produca sapere, come vocazione dyne.org, che è una free software foundry, è una fondazione che si occupa di saperi aperti. Noi cerchiamo di arricchire i commons, i beni comuni, e ciò che facciamo lo offriamo ai beni comuni, se ha gambe, camminerà. E sicuramente non è a nostro vantaggio chiuderlo in logiche commerciali e di sfruttamento commerciale anche abbastanza aleatorie.
[FABIO] ci puoi dire due parole sulla fondazione dyne.org…
[FEDERICO] La fondazione dyne.org è una fondazione che si occupa di free software, software foundry e di progetti a sfondo sociale che abbiano a che vedere con la tecnologia in generale. una fondazione che si basa su un network di persone attivo fin dagli anni 90, soprattutto molto attivo in Sicilia, anche se la fondazione è stata creata in Olanda dove molti di noi vivono e dove Jarod opera, il fondatore, il padre putativo della fondazione è Dennis Rojo aka Jarod. Si è occupata di arte multimediale, facendo del software per farla come freejay, uno dei primi software indipendenti per fare vj con Linux. Negli ultimi anni in particolare dyne.org si occupa molto di progetti sui beni comuni di tipo sociale che abbiano a che vedere con lo sviluppo delle piccole produzioni indipendenti o anche dell’organizzazione di strutture che non siano governative, che siano più orizzontali. In questo lato artistico, è molto più importante di quanto si pensi nel momento in cui si cerca di creare qualche cosa che funzioni all’interno di una società. Perché l’arte è il luogo dove si sperimenta, ma anche il luogo dove si ascolta. Questo è importante, anziché calare dall’alto, si calano dall’alto sempre soluzioni che poi rimangono li perché la gente non li usa.
[FABIO] Federico questa non è la prima edizione di trasformatorio, giusto?
[FEDERICO] No, no, è la terza. Ho cominciato nel 2013 e nel 2014 in un bellissimo posto nei Nebrodi, che si chiama Montalbano Elicona. E quest’anno grazie all’invito del Comune di Scaletta Zanclea, ma sopratutto agli auspici dell’associazione Siddharte di Milazzo, che si sono caricati l’onere di organizzare. Tieni presente che trasformatorio è autoprodotto, noi siamo ospiti del Comune di Scaletta Zanclea, che ha garantito l’alloggio, ha dei posti dove metterci, un posto dove lavorare e dell’accoglienza delle persone perché gli artisti si pagheranno il viaggio, non sono previsti nessun tipo di guadagno, ne per noi per l’organizzazione, ne per loro se non la possibilità di fare un laboratorio insieme di ricerca e usare la propria ricerca in questo modo. La formula di Trasformatorio è molto: senza soldi. Cerchiamo di fare tutto senza una lira, perché sennò non si fa…
[FABIO]…immagino…
[FEDERICO] Io dico spesso che il denaro è obsoleto, nel senso che come mezzo di comunicazione – nasce come strumento di comunicazione – ha assunto altri significati che poi ti portano distante da quello che vuoi. Se tu porti soltanto risorse in denaro, rischi di ottenere solo cose che si possono ottenere da un territorio. Invece la nostra ricerca si basa su cose meno sensibili.
[FABIO] Federico, hai nominato alcuni partner che rendono possibile Trasformatorio 2017: oltre al Comune di Scaletta Zanclea, l’Associazione Culturale Siddharte di Milazzo, Sementiindipendenti.it ci sono anche il Museo dell’Informatica Funzionante di Palazzolo Acreide, WISH – BIAS 2018: Biennale di Arte Sacra e delle Religioni dell’Umanità di Palermo e Cairotronica: Cairo Electronic and media art symposium. Federico, in chiusura, possiamo dire che trasformatorio non è solo per artisti in senso stretto?
[FEDERICO] Non credo che esistano gli artisti in senso stretto. Esistono le arti che hanno le loro leggi, le loro regole, le loro tecniche, e che, tra l’altro, mutano sempre, stanno connettendosi in altro modo, diventando altro, no…? Dei film che si scrivono da soli, oppure nell’ambito del multimediale vedi le cose più strane. Party, film costruiti per essere giocati su ultima… cose tecnologicissime. L’arte viene coccolata e rimane viva attraverso gli artisti che la apprendono e che hanno il talento per apprenderla. E anche però attraverso i paesaggi in ci si inserisce, le persone che ne fruiscono e tutta una serie di paesaggi dell’anima, diciamo che sono fondamentali per le arti. Penso che intendere l’arte come un trasformazione, uscire dall’idea un po’ così che l’arte debba essere necessariamente nuova o commerciale. Ma che l’arte possa aiutare a aprire menti, cuori, e gambe, sia un modo di intenderla che porta anche il miglioramento della società in generale. Per esempio in senso alla sostenibilità. L’area in cui andiamo a operare è un’area che ha sofferto parecchio per prblemi legati al degrado mentale e che anche ha elaborato i suoi anticorpi. Proveremo a raccontarla in qualche modo e sicuramente a cercare di essere accolti.
[FABIO] Grazie mille per essere stato con noi
[FEDERICO] Figurati, Fabio, grazie a te per lo spazio. E venite tutti a trovarci perché faremo sicuramente alla fine di Trasformatorio ci sarà uno spettacolo aperto, una prova aperta per ringraziare la cittadinanza.
[FABIO] Lui era Federico Bonelli di Trasformatorio. Trovate tutti i link a cui abbiamo fatto riferimento nel post che accompagna questo podcast.
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[FABIO] Start Me Up è prodotto da smartwork idee digitali per il mondo reale e reso possibile grazie al contributo di keedra hosting, servizi web per il tuo business. Io sono Fabio Bruno, grazie per aver ascoltato questa puntata, alla grande!