Public Speaking: Come affrontarlo al meglio

Prima che la pandemia sconvolgesse le nostre vite ti sarà capitato di dover parlare in pubblico per lavoro o in situazioni private. Dopo lo smarrimento iniziale, sarai andato a cercare le regole del perfetto Public Speaking. Così, nell’ordine hai: preparato e provato il tuo discorso fino allo sfinimento, esercitato la postura e il controllo visivo, modulato il respiro per non rimanere senza fiato, curato il tuo aspetto e seguito tutti i trucchi trovati in rete per prepararti nel miglior modo possibile.

Adesso che la maggior parte delle interazioni sociali si svolge online è lecito chiedersi se certe regole siano ancora valide o se ci siano altri accorgimenti che sarà bene mettere in atto. Dopo una piccola ricerca in rete, ho scoperto che tutti consigli elencati vanno bene anche per il Public Speaking online, che è la nuova frontiera della comunicazione, un nuovo modo di parlare in pubblico attraverso dispositivi elettronici e su piattaforme specializzate.

Quindi ecco tre video che si focalizzano sulla fiducia in se stessi e sul valore del proprio messaggio e un articolo che dà alcune dritte sulle riunioni online.

4 Tips To IMPROVE Your Public Speaking – How to CAPTIVATE an Audience

Il primo video è sul canale youtube motivation2study e raccoglie i consigli di alcuni grandi speaker su come migliorare la propria capacità di parlare in pubblico, attirando l’attenzione degli ascoltatori. Avere il coraggio di essere se stessi e voler condividere qualcosa con gli altri sono alcuni degli spunti più interessanti del video, cui si aggiunge l’importanza del raccontare storie per comunicare qualsiasi cosa.

5 tips for impressive Public Speaking – Speak with confidence | Personality Development

Restiamo su youtube per i consigli di Skillopedia – skills for the real world. In questo video il public speaking è visto come una sfida da accettare per superare i limiti imposti dalla mente.  Qui ci si concentra su come dire una cosa piuttosto che su cosa dire, su quanto sia determinante il linguaggio del corpo e sull’uso di esempi concreti, tratti dal quotidiano per incuriosire l’audience.

Come iniziare un discorso

Sapere iniziare un discorso è tra i fondamentali del public speaking, Conor Neill, esperto di persuasive communication, ci invita ad iniziare i nostri discorsi non in modo impersonale o formale, ma a raccontare storie che catturino gli ascoltatori, e cosa suscita l’interesse degli altri? Le storie delle persone dietro ai fatti; sentimenti ed emozioni da condividere per immedesimarsi nell’esperienza altrui. Partendo da questo, si riesce a creare una connessione pura e diretta con il pubblico.

Zoom & Skype call tips (the secrets of video conferences)

Per ultimo ho lasciato un articolo che affronta alcuni aspetti tecnici da tenere in considerazione durante videochiamate e riunioni online. Sul blog di Seth Godin, scrittore, imprenditore statunitense ed esperto di marketing, trovate una lista di nove punti che vanno dal sedersi vicino allo schermo a non mangiare durante le call. Alcuni appunti vi faranno sorridere, altri saranno illuminanti: non bisogna mai dare nulla per scontato. E se ve lo dice uno dei più importanti divulgatori di marketing digitale, potete crederci!

Seth Godin Blog Public Speaking

Se volete approfondire l’argomento, rimandiamo al Webcafè con Cristina Marras, esperta di Public Speaking e comunicazione, nonché voce della sigla del nostro podcast. Questa intervista rientra tra i contenuti speciali riservati ai sostenitori di Start Me Up.  Webcafè con Cristina Marras

Foto di copertina di Marcos Luiz Photograph via Unsplash

Sindrome dell’impostore: quattro video per riconoscerla e combatterla

Se almeno una volta ti sei sentito non adatto per un particolare riconoscimento che hai raggiunto, non preoccuparti: non sei solo e soprattutto, non sei un impostore. È abbastanza comune tra chi raggiunge un particolare successo sentire di non meritarselo e considerarsi, appunto, degli impostori. E tutto questo nonostante tutti intorno sono lì a dirti quanto bravo e brillante tu sia. È un discorso che vale per gli uomini e le donne che lavorano nei campi più disparati dove la competizione è più alta. La scienza chiama questa sensazione: sindrome dell’impostore.

Mi è venuta in mente la sindrome dell’impostore perché è qualcosa con cui io mi ci sono imbattuto in passato ed è qualcosa con cui continuo a farci i conti ogni tanto. Soprattutto in ambito lavorativo e creativo. Così, ho fatto una piccola ricerca su internet per documentarmi per scrivere qualcosa e mi sono perso a guardare i quattro video che ho elencato qui (e che ho messo anche in una playlist su Youtube). Due sono animazioni che spiegano cosa la sindrome dell’impostore è, mentre gli altri due sono due testimonianze. Vediamole insieme.

The Impostor Syndrome

È uno dei video che fa parte di The School of Life, l’iniziativa fondata da Alain de Botton, scrittore, filosofo e conduttore televisivo. In poco meno di sette minuti il video illustra le principali caratteristiche della sindrome dell’impostore e alcuni modi per combatterla. Il video è in inglese ma potete attivare la traduzione automatica, altrimenti trovate una versione con i sottotitoli in italiano qui.


Start Me Up è soprattutto un podcast: ascoltalo dove e quando vuoi


What is imposter syndrome and how can you combat it? – Elizabeth Cox

Questa è un piccolo cartone animato che racconta la storia della sindrome dell’impostore, quando è stata teorizzata e da chi. Nella seconda parte, come anche è specificato nel sito, gli autori ci consigliano come superare questo senso di inadeguatezza e accettarci per quello che siamo, cioè non impostori. (Purtroppo per questo video non è presente la traduzione).

Due TEDx Talk sulla sindrome dell’impostore

Chiudo questa piccola rassegna con due TEDx Talk che trattano in modo totalmente diverso il tema della sindrome dell’impostore. Il primo è l’intervento di Phil McKinney, che ha lavorato come Chief Technology Officer da Hewlett-Packard e al momento della registrazione del talk era il CEO di CableLabs. L’esperienza di Phil McKinney è molto particolare perché viene fuori in un modo che lui non si aspettava (In questo video sono disponibili i sottotitoli in italiano).

Ultimo video di questa mini rassegna dedicata alla sindrome dell’impostore ha come protagonista Mike Cannon-Brookes, co-founder di Atlassian, una software company australiana che ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Mike Cannon-Brookes racconta di come lui ha fatto i conti con la sindrome dell’impostore in un modo molto semplice, diretto e molto molto divertente (puoi attivare la traduzione automatica in italiano).

La foto di copertina è di Johnny Cohen on Unsplash

Cairo vs Godin: la comunicazione al tempo del Coronavirus

Due video che ho visto su youtube. Il primo mostra Urbano Cairo che motiva i suoi agenti pubblicitari incitandoli a lavorare di più in questo periodo molto particolare. Il secondo è un’intervista a Seth Godin, che tra le altre cose parla di cosa è il marketing per lui, soprattutto in questo momento. Due modi di gestire la comunicazione al tempo del coronavirus.

Mai avremmo pensato di mettere Urbano Cairo e Seth Godin in uno stesso post. Infatti ne parla Fabio nel primo episodio di “Spam – è tutto grasso che cola”.

Spam – è tutto grasso che cola

Spam tutto grasso che cola - podcast copertina

Un podcast minimale e settimanale che si concentra su un particolare tema. Ogni lunedì Fabio parla di qualcosa che ha che fare con il mondo dell’innovazione (e anche un po’ del Sud Italia, ma non solo), solo per il gusto di parlarne.

Spam è come il grasso che, colando, dà il gusto alle cose. Ed è anche qualcosa di indesiderato, non richiesto, che arriva prepotente nelle vostre caselle mail. Sta a voi prendervi il coraggio di accettarlo e ascoltarlo.

Spam si ascolta solo tramite Patreon ed è riservato a chi dona almeno 10$ al mese.

21. I video come strumento di marketing: il modello Vidoser



Guadagnare condividendo i propri video. È la promessa che i ragazzi di Vidoser hanno fatto ai propri utenti. Ed è a quanto pare una promessa mantenuta visto che i numeri di questa startup siciliana sono in crescita. Ce lo racconta Alessandro La Rosa, uno dei founder di Vidoser che in questo podcast spiega come funziona questa app e ci offre un approfondimento sul mondo del marketing e dei micro-influencer.

Condividere video di qualità

L’aspetto centrale di Vidoser è forse la qualità dei video che la piattaforma permette di condividere. Sfruttando il tool online ma soprattutto la community, gli utenti di Vidoser sono stimolati a creare dei contenuti di qualità. Una caratteristica che fa felice sia chi il contenuto lo ha creato che chi su quel contenuto vede il proprio prodotto. Sono questi i target di riferimento di questa app. Sono infatti due le tipologie di campagne previste su Vidoser: una prevede che i video finiscano sui canali ufficiali di un brand e l’altra invece pubblica tutto sul profilo dell’utente che quel video lo ha creato. In entrambi i casi, i produttori vengono ripagati con monete virtuali che diventano buoni acquisto da usare sulle principali piattaforme di e-commerce.

Community e equity crowdfunding: due strategie per allargare il bacino di utenza

Nell’intervista si parla anche di community, un altro elemento che sta facendo la fortuna di Vidoser. Alessandro ci spiega che grazie al sistema di gamification presente nell’app sono riusciti a far crescere il gruppo di persone che ha a cuore Vidoser in modo molto rapido: nell’intervista dice che il tasso di crescita nell’ultimo mese è addirittura del 120%!
Anche se in un altro modo ma sempre con l’obiettivo di creare un gruppo solido alla base di Vidoser, questa startup è al momento al centro di una campagna di equity crowdfunding. L’obiettivo è avere liquidità da investire nella crescita dell’azienda nel futuro prossimo. Ma nel frattempo la campagna sta già dando i suoi primi frutti: oltre ad avere i primi investitori infatti, Vidoser sta entrando in contatto con tutta una serie advisor che stanno dimostrando interesse nei confronti di questa azienda. Attenzione, stiamo comunque parlando di una startup che – seppur giovane – ha già ricevuto un primo grant da TIM WCAP e ha collaborazioni con alcune agenzie che si occupano di comunicazione e marketing.

la citazione di Alessandro di vidoser sul marketing dei video

Micro-influencer: chi sono e perché sfruttarli nelle proprie campagne marketing

Nell’ultima parte dell’intervista infine, Alessandro definisce chi sono i micro-influencer per Vidoser, dicendoci quali sono i pro e i contro di queste figure che stanno diventando sempre più centrali nel mondo del marketing. E in più ci dice anche come si fa a gestire un team di 10 persone sparso in tutta Italia e renderlo produttivo il più possibile: una vita non certo facile, ma l’unica strada che dimostra che tutti i traguardi fin qui raggiunti da Vidoser sono il risultato di tanto lavoro di squadra.

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